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Stampe

FALDA Giovanni Battista

Veduta di Campo Vaccino

1660

1000,00 €

Antiquarius Libreria

(Roma, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1660
Luogo di stampa
Roma
Formato
500 X 360
Incisori
FALDA Giovanni Battista

Descrizione

Veduta di Campo Vaccino a Roma, con i resti del Tempio di Giove Statore che dominano la composizione a destra. Acquaforte, 1660 circa, chiave di lettura in basso al centro della quale Veduta di Campo Vaccino / Gio. Jacomo Rossi le stampa in Roma alla Pace co Priu del S.P. Appartiene a una serie di otto grandi vedute di Roma, non firmate, attribuite a Falda da Maria Catelli Isola e Beltrame Quattrocchi; questo raro gruppo di vedute di Roma, tuttavia, si discosta dallo stile classico di Falda. Giovan Battista Falda, nativo di Valduggia, all'età di 14 anni fu inviato a Roma ed affidato alle cure di uno zio che lo segnalò a Gian Lorenzo Bernini. Ma fu l'incontro con lo stampatore Gian Giacomo De Rossi a segnare una svolta nella carriera artistica del Falda: infatti il suo talento venne indirizzato dall'editore all'arte dell'incisione. Nella bottega del De Rossi poté apprezzare anche l'opera di grandi incisori quali J. Callot, S. Della Bella e I. Silvestre; terminato il suo tirocinio, venne benevolmente accolto alla corte papale, tanto che Alessandro VII gli affidò l'incarico di disegnare le fabbriche della residenza di Castel Gandolfo. Nel 1665, Falda diede alle stampe per l'editore De Rossi il suo capolavoro: le tavole del primo libro del ' Nuovo Teatro delle fabbriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna sotto il felice pontificato di n. s. Alessandro VII, al quale seguirono, tra il 1665 e il '69, il secondo ed il terzo. L'opera aveva lo scopo di divulgare la nuova immagine di Roma: il Papa, infatti, decise di aprire nuove strade, di abbellire con fontane e monumenti la città, anche a dimostrazione della potenza finanziaria e culturale della sua famiglia. Con il ' Nuovo Teatro, come poi con le successive raccolte dedicate alle fontane e ai palazzi, Falda diventò il divulgatore di questi aspetti; le sue vedute incise, caratterizzate dall'attenzione sia alle regole prospettiche sia agli effetti scenografici, sfruttano abilmente il vigore della linea e la ricchezza del contrasto fra bianco e nero, in sintonia con i criteri spaziali dell'arte barocca. L'aspetto specificatamente divulgativo e commerciale delle vedute incise venne abilmente sfruttato dall'editore De Rossi che stabilì con il Falda un inscindibile ed efficace sodalizio, al quale si deve gran parte della produzione a stampa del secolo a Roma, con una fortuna paragonabile solo a quella che sarà tributata all'opera di Giovan Battista Piranesi. L'attività del Falda fu instancabile nonostante la brevità dell'arco di tempo in cui operò (morì trentacinquenne il 22 agosto 1678 e fu sepolto in S. Maria della Scala a Trastevere). ' Al termine della sua vita egli aveva inciso circa 300 lastre: molte di queste si conservano a Roma presso la Calcografia nazionale. Bellissima prova, impressa su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione. Bibliografia The Illustrated Bartsch (4725.319); M. Catelli Isola, I Ponti di Roma nn. 92/96; E. Beltrame Quattrocchi pp. 66-67, nn. 92/96. View of the Campo Vaccino in Rome, the remains the Temple of the Giove Statore dominating the composition at right. Etching, circa 1660, lettered key along bottom in the middle of which Veduta di Campo Vaccino / Gio. Jacomo Rossi le stampa in Roma alla Pace co Priu del S.P. Belongs to a series of 8 large views of Rome, unsigned, attributed to Falda by Maria Catelli Isola and Beltrame Quattrocchi; this rare group of views of Rome, nevertheless, differs from Falda’s classical style. Giovan Battista Falda, a native of Valduggia, was sent to Rome at the age of 14 and entrusted to the care of an uncle who pointed him out to Gian Lorenzo Bernini. But it was his meeting with printer Gian Giacomo De Rossi that marked a turning point in Falda's artistic career: in fact, his talent was directed by the publisher to the art of engraving. In De Rossi's workshop he could also appreciate the work of great engravers such as J. Callot, S. Della Bella and I. Silvestre; having completed his apprenticeship, he was benevolently received at the papal court, so much so that Alexander VII commissioned him to design the factories of the Castel Gandolfo residence. In 1665, Falda gave to the presses for the publisher De Rossi his masterpiece: the plates of the first book of the ' Nuovo Teatro delle fabbriche, et edificii, in prospettiva di Roma moderna sotto il felice pontificato di n. s. Alessandro VII, which was followed, between 1665 and '69, by the second and third. The work was intended to popularize the new image of Rome: the Pope, in fact, decided to open new streets, to embellish the city with fountains and monuments, also as a demonstration of the financial and cultural power of his family. With the ' Nuovo Teatro, ' as with the later collections devoted to fountains and palaces, Falda became the popularizer of these aspects; his engraved views, characterized by attention to both perspective rules and scenographic effects, skillfully exploit the vigor of line and the richness of the contrast between black and white, in keeping with the spatial criteria of Baroque art. The specifically popular and commercial aspect of the engraved views was skillfully exploited by the publisher De Rossi, who established an inseparable and effective partnership with Falda, to whom much of the printed production of the century in Rome was owed, with a fortune comparable only to that which would be paid to the work of Giovan Battista Piranesi. Falda's activity was tireless despite the brevity of the time span in which he worked (he died at the age of 35 on August 22, 1678 and was buried in S. Maria della Scala in Trastevere). ' By the end of his life he had engraved about 300 plates: many of these are preserved in Rome at the Calcografia nazionale. A fine, strong, impression on contemporary laid paper, with margins, very good condition. Bibliografia The Illustrated Bartsch (4725.319); M. Catelli Isola, I Ponti di Roma nn. 92/96; E. Beltrame Quattrocchi pp. 66-67, nn. 92/96. ' Cfr.
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