In alto, sotto il bordo superiore, è inciso il titolo: SENA VETUS CIVITAS VIRGINIS. In basso a sinistra si trova l’imprint editoriale: Matteo flor. for. Lungo il margine inferiore una legenda numerica di 119 rimandi a luoghi e monumenti notabili, distribuita su diciassette colonne. Pianta assonometrica della città, derivante dal modello disegnato da Francesco Vanni e pubblicato da Peter de Jode nel 1597. Il foglio edito da Matteo Florimi ripropone, in forma semplificata e più approssimativa nel segno, l’immagine della Vanni-De Jode, di cui riprende anche il titolo. Nella legenda, ai riferimenti toponomastici direttamente derivati dal modello, aggiunge anche quelli per le porte, che nella prima erano indicate direttamente nel disegno. Si passa, dunque, dai 110 rimandi dell’originale ai 119 di questa derivazione. Dati i rapporti di collaborazione esistenti tra Florimi e i due autori della pianta grande, è possibile che la data di edizione delle due lastre sia abbastanza ravvicinata. Nel 1597 Florimi pubblica le lastre sulla vita di Santa Caterina, incise dal De Jode su disegno del Vanni. È probabile, quindi, che la pianta di Siena preceda cronologicamente, seppur di poco, le altre piante di città pubblicate dal Florimi, databili tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo. La pianta de Vanni-De Jode “ritrae la città da un punto di vista molto elevato, così da renderne visibile l’intera forma. Non sono presenti indici di orientamento, ma la pianta è disposta in modo da rivolgere il nord verso il basso. Fuori dalle mura, antistante Porta Camollia, è presente una struttura riconoscibile nell’arco trionfale innalzato in occasione dell’ingresso a Siena di Cosimo I De Medici nel 1560. Il rilievo è da considerarsi praticamente compiuto nel 1595 quando, in una lettera al ministro Lorenzo Usimbardi, Francesco Vanni chiedeva che venisse favorita la pubblicazione del suo disegno di Siena, che fu poi inciso su quattro rami. Sulla data della prima edizione a stampa rimangono alcune incertezze. La collaborazione tra Vanni e De Jode è documentata per un’altra opera nel 1597, mentre dopo tale data De Jode sembra essere partito da Siena per tornare ad Anversa, dove nel 1600 è documentato quale membro della corporazione degli editori” (cfr. Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo, p. 2318). Matteo Florimi (Polistena 1540 circa – Siena 1613) fu editore e commerciante di libri e di stampe. Di origini calabresi, si stabilì a Siena nel 1581, con un negozio in Banchi. L’attività calcografica di Matteo Florimi fu più volte affiancata da veri e propri maestri incisori come Cornelis Galle, Arnoldo degli Arnoldi, Pietro de Iode, Jan Sadeler e artisti come Francesco Vanni, Ventura Salimbeni e Alessandro Casolani, con i quali lo stampatore ha collaborato per la preparazione di soggetti sacri. L’attività cartografica del Florimi produsse stampe di moltissime città e territori di tutto il mondo, che non furono mai disegnati per lui, ma furono manipolazioni di rilievi già esistenti, o di carte edite da altri stampatori. Nella seconda metà del XVI secolo la curiosità geografica e il desiderio di viaggiare, erano molto sentiti, e il Florimi fu lungimirante nel dedicarsi alla produzione di vedute di città a volo d’uccello il più possibile fedeli, destinate a mostrare luoghi mai visti difficilmente visitabili. ' Il Florimi si inserì perfettamente in questo filone di mercato e contribuì al perfezionamento della nuova “ondata” di rappresentazioni cartografi che copiando alcune stampe di Antonio Lafreri, Claude Duchet, Abraham Ortelius e venendo a sua volta contraffatto. Per quanto riguarda il lavoro di incisione delle carte, nel 1600, Matteo Florimi chiamò a lavorare presso la sua bottega l’incisore fiammingo Arnoldo degli Arnoldi con la promessa di un maggior compenso rispetto a quello che gli elargiva Giovanni Antonio Magini, presso cui l’artista operava. Quest’offerta del Flo. At the top, below the top edge, is the engraved title: SENA VETUS CIVITAS VIRGINIS. At lower left is the editorial imprint: Matteo flor. for. Along the lower margin a numerical legend of 119 references to notable places and monuments, spread over seventeen columns. Axonometric plan of the city, derived from the model drawn by Francesco Vanni and published by Peter de Jode in 1597. The sheet edited by Matteo Florimi reproposes, in simplified form and more approximate in sign, the image of the Vanni-De Jode, whose title it also takes up. In the legend, to the toponymic references directly derived from the model, it also adds those for the doors, which in the former were indicated directly in the drawing. We go, therefore, from the 110 references of the original to 119 of this derivation. Given the existing collaborative relations between Florimi and the two authors of the large map, it is possible that the date of edition of the two plates is quite close. In 1597 Florimi published the plates on The life of St. Catherine, engraved by De Jode from a drawing by Vanni. It is probable, therefore, that the map of Siena chronologically precedes, if only slightly, the other city maps published by Florimi, which can be dated between the late 16th and early 17th centuries. The Vanni-De Jode plan “portrays the city from a very high vantage point, so that its entire shape is visible. There are no orientation markers, but the plan is laid out so that the north faces downward. Outside the walls, in front of Porta Camollia, there is a recognizable structure in the triumphal arch erected on the occasion of Cosimo I De Medici's entry into Siena in 1560. The relief should be considered practically completed in 1595 when, in a letter to Minister Lorenzo Usimbardi, Francesco Vanni asked that the publication of his drawing of Siena, which was then engraved on four branches, be favored. Some uncertainties remain about the date of the first printed edition. Collaboration between Vanni and De Jode is documented for another work in 1597, while after that date De Jode seems to have left Siena to return to Antwerp, where in 1600 he is documented as a member of the publishers' guild” (cfr. ' Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo, p. 2318). Etching and engraving, impressed on contemporary laid virgin paper with watermark "eagle in circle with crown" (similar to Woodward no. 64), with margins, restorations in central fold visible from verso, otherwise in good condition. Rare work, surveyed for only 13 institutional examples in Bifolco-Ronca cfr. ' Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo, p. 2320). Matteo Florimi (Polistena c. 1540 - Siena 1613) was a publisher and merchant of books and prints. Of Calabrian origin, he settled in Siena in 1581, with a store “in Banchi”. Matteo Florimi's chalcographic activity was several times joined by master engravers such as Cornelis Galle, Arnoldo Arnoldi, Pieter de Iode, Jan Sadeler and artists such as Francesco Vanni, Ventura Salimbeni and Alessandro Casolani, with whom the printer collaborated in the preparation of religious subjects. Florimi's cartographic activity produced prints of many cities and territories around the world, which were never drawn for him, but were manipulations of already existing reliefs, or of maps published by other printers. In the second half of the sixteenth century, Florimi was far-sighted in devoting himself to the production of bird's-eye views of cities as faithfully as possible. ' Florimi copied some maps by Antonio Lafreri, Claude Duchet, Abraham Ortelius. As far as map engraving work was concerned, in 1600, Matteo Florimi called the Flemish engraver Arnoldo degli Arnoldi to work in his workshop with the promise of greater compensation than that bestowed upon him by Giovanni Antonio Magini, with whom the artist was working. This offer by Florimi triggered the wrath of Magini, who, though not naming him, called him an "envious counterfeiter" for . Cfr.