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LOLITA TIMOFEEVA,MALEDETTI TOSCANI(ritratti),2001[catalogo mostra,arte
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Dettagli
Descrizione
LOLITA TIMOFEEVA,
MALEDETTI TOSCANI
(ritratti).
Catalogo della mostra,
Firenze, Palagio di Parte Guelfa,
6 novembre - 19 novembre 2001,
ILES CÉLÈBES, Genève (CH) 2001,
brossura, 25x21 cm., pp.62,
testimonianze di: Mario Luzi, Antonio Paolucci,
Eugenio Miccini, Lamberto Pigniotti,
Lucia Marcucci, Eugenio Giani,
Alain-Pierre Pillet
numerose illustrazioni in nero e a colori,
peso: g.300
CONDIZIONI DEL LIBRO: ottime
dal testo introduttivo:
Un popolo di individualisti
autolesionisti e corrosivi
La pittrice Lolita Timofeeva di Riga, la capitale lettone gemellata con
Firenze, si presenta nella città toscana con una mostra personale che
ha un titolo molto accattivante e anche molto pericoloso. Il titolo è
"Maledetti toscani": accattivante perché la Toscana affascina tutti ed è uno
dei luoghi dell'anima per i cittadini di tutto il mondo civilizzato, pericoloso
perché i toscani sono pericolosi. Non è così?
Bisogna riconoscere che Lolita Timofeeva ha capito il carattere dell'in-
dividualismo toscano, poiché ognuna delle persone (uomini e donne) da lei
ritratte, risulta ben individuata psicologicamente e fisiognomicamente.
Sono persone ognuna delle quali è un isola. Il guaio è che ogni isola si
considera grande e autosufficiente come un continente. Non ci sono colle-
gamenti dei toscani fra di loro. Ognuno è sé stesso e non basta che a sé stes-
so. Direi che l'individualismo è il carattere distintivo dei toscani: un formi-
dabile individualismo spesso autolesionista e corrosivo.
Lolita Timofeeva (questo è un complimento) ha saputo cogliere con
grande esattezza ciò che costituisce il carattere principale del popolo tosca-
no che è uno fra i popoli d'Italia. Infatti non esiste un "popolo italiano" come
forse esiste un popolo lettone. Esistono i popoli italiani con la sua precisa
individualità storica, culturale, psicologica: i napoletani, i toscani, i calabre-
si, i veneti, i siciliani, etc...
L'artista straniera che vive in Italia dal 1991 ha avuto tempo e modi per
capire la realtà del nostro paese. E così, a Firenze, vetrina esigente per ogni
artista, ha deciso di raccontarci - non senza coraggio e non senza ironia *
ciò che pensa di noi.
Per quanto riguarda, io sono nato a Rimini, però vivo da quaranta anni
in Toscana e, quindi, ho avuto modo di conoscere il popolo toscano e di ade-
guarmi. Mi sono mimetizzato fino al punto di essere considerato toscano
Lolita Timofeeva, forzando l'anagrafe e la filologia, mi ha ritratto come tale.
In effetti io sono un toscano adottivo, normalizzato e integrato, pur con-
tinuando ad avere il cuore in Romagna dove sono nato.
La pittura di Lolita Timofeeva è di tipo naturalistico e realistico. Non
potrebbe non essere tale, visto l'argomento che si è data. Questa è una
mostra di "ritrattistica" e la ritrattistica non deve derogare dalle norme della
riconoscibilità e della verosimiglianza. Il risultato è una galleria di persone
che viste con gli occhi e col cuore della sensibilità iperborea, ci parlano con
schietta evidenza. Dai geli e dalle nebbie del Nord, Riga, la città gemella,
ci guarda con curiosità, con simpatia ed anche con una punta di intelligen-
te provocazione.
Antonio Paolucci
(Sovrintendente dei Beni Culturali della Toscana)