In 4° grande (27,5x17,7 cm); (8), 576 pp. Brossura editoriale (piatto anteriore e posteriore) conservate entro bellissima ed elegante legatura novecentesca in mezza pelle rossa con titolo, data e luogo e fregi ai tasselli impressi in oro e a secco. Dorso a 4 nervi. Piatti foderati con bella carta marmorizzata. Esemplare ancora in barbe ed in ottime condizioni di conservazione. Bell'edizione illustrata da alcuni dei più celebri illustratori francesi dell'ottocento di questo classico del grande romanziere scozzese e fra i padri del romanzo-storico, Sir Walter Scott, I Baronetto Scott (Edimburgo, 15 agosto 1771 - Abbotsford House, 21 settembre 1832). Scott cominciò la sua carriera di scrittore come traduttore di opere del romanticismo tedesco: nel 1795 tradusse la Lenore (Leonora) e la ballata Der Wilde Jaeger (Il cacciatore selvaggio) di Bürger e nel 1799 il Götz von Berlichingen di Goethe; quest'ultima opera servirà da modello a Scott per l'episodio dell'assedio di Torquilstone dell'Ivanhoe.[1] Influenzato fortemente dalla lettura della raccolta di ballate di Thomas Percy Reliques of Ancient English Poetry (Reliquie dell'Antica Poesia Inglese), ne pubblicò una: Minstrelsy of the Scottish Border. Negli stessi anni comincia a dedicarsi alla composizione di brevi poemi, sempre di argomento scozzese, che pubblica nell'arco di pochi anni: The Lay of the Last Minstrel (1805), Marmion (1808), The Lady of the Lake (1810), The Vision of Don Roderick (1811), Rokeby (1813), The Bridal of Triermain (1813), The Lord of the Isles (1815) e Harold the Dauntless (1817). Già in queste prime composizioni è facile riscontrare la presenza di quegli elementi che maggiormente caratterizzeranno le sue successive opere in prosa: l'influsso del romanzo gotico e l'interesse per la storia e le usanze tipiche del proprio paese. Nel 1804 Scott acquistò, insieme ai fratelli Ballantyne, una tipografia; grazie ai buoni risultati dell'impresa, nel 1811 comperò quella che resterà la sua dimora fino alla fine dei suoi giorni, il castello di Abbotsford. Ma il fallimento della tipografia del 1813 lo costrinse ad un incessante lavoro per poter assolvere a tutti i debiti e per poter mantenere la propria casa. Nel 1814 Scott pubblicò Waverley che è universalmente considerato come il primo romanzo storico: già nel 1805 abbiamo notizie della sua composizione, ma il lavoro venne abbandonato fino al 1813 quando Scott, spinto da necessità economiche, fu costretto a portarlo a termine. Egli pubblicò l'opera in forma anonima per timore che al pubblico potesse risultare sgradita, ma, in realtà, essa ottenne un notevole successo fin dalla sua prima apparizione. Alla base di ciò stanno, molto probabilmente, alcune delle caratteristiche fondamentali di tutti i suoi romanzi: il particolare riguardo per il folklore locale; le ampie descrizioni di paesaggi ed eventi storici basate su studi approfonditi ed esperienze personali; la grande forza insita dei dialoghi; l'eroe "non eroe" da contrapporsi all'eroe "epico" tipicamente romantico; l'influsso del romanzo gotico, genere che stava ottenendo enormi successi proprio in quegli anni. Assieme a Waverley, Guy Mannering (1815) e The Antiquary (1816) formano la cosiddetta "trilogia scozzese" che ebbe il merito di aprire, per la prima volta nella storia, il sipario su di una terra e di una popolazione che non aveva mai goduto del dovuto rispetto nel corso dei secoli. A questi primi romanzi seguì una produzione incessante di opere di argomento sia scozzese che vario: ricordiamo le quattro serie di Tales of my Landlord (1816; 1818; 1819; 1831), di cui fanno parte i famosi Old Mortality, The Heart of Midlothian, The Bride of Lammermoor, A Legend of Montrose, Rob Roy. Nel 1820 Scott fu nominato baronetto, ma lo stesso anno venne nuovamente coinvolto, anche se indirettamente, nel fallimento dei suoi editori, cosa che lo costrinse nuovamente a dedicarsi alla composizione di opere per assolvere ad un debito non completamente suo. Del 1820 è il famoso Ivanhoe che trasfigura il conflitto anglo-scozzese nel conflitto normanno-sassone all'epoca di Riccardo Cuor di Leone. Nel 1827-28 diede il via ad una nuova serie di romanzi, The Chronicles of the Canongate che parlano sempre della popolazione scozzese, ma concentrandosi, questa volta, sulla fasce più umili e disagiate di essa. Scott morì il 21 settembre del 1832. Opera in bella legatura ed in buone-ottime condizioni di conservazione.