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Libri antichi e moderni

Compagnoni Giuseppe

Veglie di Torquato Tasso, Quarta edizione italiana.

presso Zefirino Campanini nella Pilota 17,, 1814

55,00 €

Zanfrognini Antonio Studio Bibliografico

(Modena, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1814
Luogo di stampa
Parma,
Autore
Compagnoni Giuseppe
Editori
presso Zefirino Campanini nella Pilota 17,
Soggetto
POESIA ESEMPLARI SU CARTA AZZURRA RARITA' BIBLIGRAFICA, RISORGIMENTO LUGO DI ROMAGNA ROMAGNA

Descrizione

In 12°; 108 pp. e una c. di tav. fuori testo a piena pagina. Legatura coeva in mezza-pelle scura con titolo e fregi in oro impressi al dorso. Piatti foderati con bella carta coeva colore caffè. Tagli spruzzati in rosso. Rarissimo esemplare stampato su carta azzurra di grande qualità. Esemplare in ottime condizioni di conservazione. Quarta rara edizione, fra le più rare fra quelle di questo titolo, la prima edizione ucì a Milano nel 1803, di questo celebre “impostura” del noto costituzionalista, letterato e giornalista romagnolo, Marco Giuseppe Compagnoni (Lugo di Romagna in provincia di Ravenna, 3 marzo 1754 – Milano, 29 dicembre 1833) cosiderato il padre del tricolore italiano. Il nome dell'autore, Giuseppe Compagnoni, si ricava da: La raccolta tassiana n. 1497. A p. 3: "Prefazione del Signor Compagnoni alla prima edizione italiana". A p. 9: "Memorie storiche sopra Torquato Tasso scritte dall'editore per la intelligenza delle veglie". Scrive Giuseppe Gullino, nella voce dedicata a Compagnoni, nel Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani, Volume 27 (1982): "Poi venne Marengo, rinacque la Cisalpina. Scrive il C.: "Per avere qualche soldo onde . ritornare in Italia pensai di scrivere una operetta la quale . potesse avere fortuna presso i Francesi. Scelsi il nome del Tasso, il più conosciuto tra i nostri grandi poeti". Comparvero così le Veglie del Tasso, che persino i traduttori Mimaut e Ginguené considerarono un documento autentico dell'infelice passione del poeta per Eleonora d'Este. L'"impostura innocente" ebbe il merito di risolvere tutto a un tratto i problemi del suo autore: il libro ebbe infatti grande fortuna e fu più volte ristampato anche in tedesco, russo, polacco. Tornato a Milano, rifiutò la cattedra di economia politica dell'università di Pavia per dedicarsi ad un progetto di pubblica istruzione nel quale suggeriva di imprimere il massimo sviluppo alle scuole popolari, riducendo lo studio del latino e rafforzando il controllo ideologico dello Stato sul personale docente e sugli allievi. Il piano, forse a causa della sua impostazione troppo avanzata, non venne però approvato, ed al C. fu invece conferita la nomina a promotore della Pubblica Istruzione ed Educazione, sorta di ispettore generale didattico-amministrativo del sistema scolastico cisalpino. Nella pratica, tuttavia, la sua azione fu vanificata dalla mancanza di idonee strutture operative e si ridusse all'espletamento di formalità burocratiche, come la celebrazione ufficiale della pace di Lunéville (9 febbr. 1801). Egli fece poi parte della commissione istituita per vagliare i reclami fiscali, quindi fu eletto deputato del Basso Po ai Comizi di Lione, ma rifiutò per suggerimento del Costabili, che ne conosceva i tiepidi sentimenti verso il Melzi d'Eril. Fu tuttavia proprio il Melzi - al quale, il 21 apr. 1802, il C. aveva opportunamente indirizzato un piano intitolato Considerazioni sulle relazioni politico-diplomatiche della Repubblica Italiana, in cui venivano esposte la situazione della Repubblica e le sue relazioni internazionali, e si raccomandava lo sviluppo dell'esercito e dell'istruzione pubblica, le due grandi forze sulle quali doveva poggiare uno Stato nazionale - a nominarlo segretario del Consiglio legislativo (31 genn. 1803), carica che avrebbe ricoperto ininterrottamente fino al 1810, sia pure con la diversa denominazione di segretario del Consiglio di Stato, allorché venne creato il Regno italico". Assai Raro. Rif. Bibl.: IT\ICCU\LO1E\001808.