Dettagli
Anno di pubblicazione
1550 (ma 1630 ca.)
Autore
MACHIAVELLI, Niccolò.
Editori
Senza note tipografiche, MDL (ma 1630 circa),
Descrizione
pelle bazzana
Stato di conservazione
Buono
Descrizione
>in-4 (mm 220x273), 5 parti in un volume, pp. 8, 320; (16), 280; (4), 106, (2 bianche); 152; 158; legatura settecesca in piena pelle bazzana, titolo e fregi oro al dorso, tagli dorati, restauri alle cerniere ed alla cuffia inferiore. Bella cornice ai piatti, dentelle all'unghia, cerniere e cuffia inferiore restaurate. Terza tiratura della famosa edizione detta "della testina", in riferimento al ritratto dell'autore inciso in legno che compare sui fogli di titolo delle cinque parti (Le Historie Fiorentine - Il Principe - Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio - Arte della Guerra - L'Asino d'oro, la Mandragola e la Clizia). Estremamente interessante dal punto di vista editoriale, sono note 5 tirature, descritte minuziosamente per la prima volta da Gamba e differenti per formato, carattere tipografico ed impaginazione. Egli non fece però congetture sul luogo di stampa e sulla data "1550", messa seriamente in discussione da Adolf Gerber e dai bibliografi che dopo di lui esaminarono la questione, concordando tutti nel giudicare sia la prima edizione della T. sia le sue quattro ristampe un prodotto della tipografia ginevrina del XVII secolo. Controverso è anche il rapporto che intercorre tra la prima edizione, collocata con certezza in una data posteriore al 1588 e, congetturalmente, tra il 1610 e il 1619, e le quattro ristampe, datate tra il 1628 e il 1670 (Bertelli, Innocenti). La falsa data del 1550 non fu una scelta casuale: essa è infatti anteriore alla messa all'Indice delle opere di Machiavelli (1557 e 1559) e all'uscita delle Enarrationes (1552) del potente cardinale Ambrogio Catarino , in cui scagliandosi contro il M. vide un nesso tra machiavellismo ed eresia. Il ritratto della testina "mostra un busto di tre quarti di un uomo che sorregge con una mano un grosso volume e punta sull'osservatore uno sguardo gelido e penetrante, privo di ogni ironia e non addolcito da alcun sorriso [...] una vera e propria metafora visiva della spregiudicata mancanza di scrupoli dell'empio segretario fiorentino, se non della sua malvagità, della sua corruzione morale, della sua empietà". La xilografia era stata già utilizzata nell'edizione in quattro volumi delle opere di M. uscita a Venezia tra il 1540 e il 1541 presso Comin da Trino; fu poi ripresa da Francesco Marcolini per il primo libro dei Mondi di Anton Francesco Doni e, successivamente, da Lazar Zetzner per la traduzione latina delle Istorie fiorentine uscita a Strasburgo nel 1610. La scelta di questo ritratto è stata collegata al clima di nascente antimachiavellismo, anche se in effetti non ritrae M. bensì Fino Fini (1431-1519), da un dipinto attribuito al ferrarese Benvenuto Tisi detto il Garofalo (Firpo 2012). Buon esemplare con usuali arrossature della carta, ex-libris alla controsguardia anteriore. Gamba 623: ''cinque diversi esemplari si conoscono...e che male si appose il Prof. Angelo Ridolfi...ridurre a tre e non a cinque, le varie edizioni''.. Bertelli-Innocenti, nn.203-205; 1979, pp. LXIII, 78-80. Gerber 1906; Gerber 1907; Gerber 1912-1913, 2° vol., pp. 92-105. Firpo 2012.