Questo sito usa cookie di analytics per raccogliere dati in forma aggregata e cookie di terze parti per migliorare l'esperienza utente.
Leggi l'Informativa Cookie Policy completa.

Libri antichi e moderni

MACHIAVELLI, Niccolo''.

The Florentine Historie. Written in the Italian tongue translated into English by T. B. [Thomas Bedingfield] Esquire.

London, T.C for VV. P., 1595, London, Printed by T. C. [Thomas, 1595

5500,00 €

Pregliasco Libreria Antiquaria

(Torino, Italia)

Parla con il Libraio

Metodi di Pagamento

Dettagli

Anno di pubblicazione
1595
Luogo di stampa
London
Autore
MACHIAVELLI, Niccolo''.
Pagine
pp.
Editori
London, T.C for VV. P., 1595, London, Printed by T. C. [Thomas
Soggetto
Libri Antichi
Stato di conservazione
Buono
Legatura
Rilegato
Condizioni
Usato

Descrizione

>in-4 (274x176), (12), 222, buona legatura inglese seicentesca in pieno cuoio con dorso a nervetti abilmente rifatto: ai piatti cornice formata da triplice ordine di filetti, fregi floreali ai 4 angoli con iniziali “I.O.W.”, il tutto impresso a secco; piccoli difetti agli angoli. Titolo entro elaborata bordura architettonica incisa in legno animata da personaggi sulle due colonne laterali, animali e allegorie; in basso grande medaglione racchiude un cinghiale con il motto “Spiro non tibi”. Elaborati frontalini ed inziali ornate all'inizio di ciascun capitolo. Prima edizione inglese delle Historie, che furono commissionate dalla Famiglia Medici al Machiavelli per rimediare alle vicende del 1513 – accuse di cospirazione, tortura, arresti domiciliari - e che uscirono postume nel 1532. "The first example in Italian literature of a national biography" la definì l'Encicl. Britannica. La traduzione si deve a Thomas Bedingfield - che già aveva lavorato al De Consolatione (1542) di Cardano - e precede di quasi mezzo secolo quella del “Principe”, testimoniando la diffusione di Machiavelli nell'Inghilterra di fine Cinquecento. Le sue fortune furono condizionate dal rapporto dualistico che la Gran Bretagna ebbe con l'Italia: in un primo tempo Machiavelli era molto ammirato dalla cultura inglese come profondo pensatore e scrittore di genio; poi divenne l'incarnazione delle forze e delle dottrine cattoliche europee contro le quali stava combattendo l'emergente stato protestante inglese. Il machiavellismo influenzò la morale e la politica inglese ai tempi di Thomas More, William Shakespeare, Walter Raleigh, Francis Bacon, Thomas Hobbes e John Milton. E Nicolò diventò sinonimo di ateismo e di un modo infido di eliminare il proprio modello di “Principe”, nonché addirittura un personaggio sul palcoscenico elisabettiano.
In quest'opera "M. ha la possibilità di far parlare i protagonisti con la loro voce per persuadere o dissuadere i loro concittadini a sostenere o rifiutare una linea di condotta. Può mostrare la retorica deliberativa in azione, e far parlare gli antichi fiorentini ai fiorentini del suo tempo per esortarli con parole potenti e sagge a non imitare gli errori che hanno causato il declino della città". (Maurizio Viroli). Secondo Machiavelli, storia e storiografia erano la stessa cosa, e quest'opera ne è il miglior esempio. Dopo la crisi del 1513, con gli arresti per cospirazione e le torture, il rapporto di Machiavelli con la famiglia Medici iniziò passivamente a ricucirsi. Se la dedica de "Il Principe" (1513) a Lorenzo II de' Medici non sortì alcun effetto, una parte della fazione allora dominante a Firenze non gli si oppose e anzi gli concesse una nomina. Nella lettera deplora il suo stato di ozio, offrendo la sua preziosa esperienza politica al nuovo signore. Nel 1520 fu invitato a Lucca per una missione di carattere semiprivato, segno che l'ostracismo stava per essere sollevato. Alla fine di quell'anno, il cardinale Giulio de Medici lo incaricò di scrivere una Storia di Firenze. Sebbene questo non fosse esattamente l'incarico che desiderava, Machiavelli lo accettò come l'unico modo possibile per rientrare nelle grazie dei Medici. L'intento dell'opera era quello di recuperare la carica di ufficialità storica della città. Quest'opera non fu soltanto un'opera su commissione, ma un tributo al suo "desire to write a history that would inspire all lovers of the common good of man in whatever age or nation. The speeches he fabricated, the emotions behind the mere events he wrote about "are developed beyond dramatic requirements into expositions of social and political truths suggested by Florentine events. Incidentally, these orations enabled Machiavelli to deal with the problem of the Medici." (Allan Gilbret, Machiavelli). Tra l'altro, queste orazioni permisero a Machiavelli di affrontare il problema dei Medici". (Allan GILBRET, Machiavelli). Giulio, ora Papa Clemente VII, apprezzò il lavoro e lo ricompensò, anche se moderatamente, e