Dettagli
Anno di pubblicazione
1909-1918
Autore
Grubicy De Dragon, Vittore
Pagine
Manoscritti a inchiostro marrone scuro. In totale 48 pagine scritte. 11 buste conservate.
Soggetto
Arte Cataloghi Monografie
Descrizione
AUTOGRAFOPittore, incisore e critico d’arte, Grubucy de Dragon (1851-1920) è considerato un maestro della “prima generazione” del Divisionismo, insieme a Previati, Segantini, Pellizza da Volpedo e Nomellini. -- Interessanti lettere di argomento lavorativo; alcune sono relative ad opere pittoriche falsificate. -- “[…] Con commossa anima ricevo dopo tanti anni le di Lei parole benevolenti. Appena lo potrò (perché ora sono ammalato […]) allestirò qualche buona acquaforte da offrire a Lei. Mi voglia bene ricordare da i tempi della Cronaca d’Arte […]” (30 ottobre 1909). -- “[…] Oggi nel suo articolo della Permanente non cita neppure tre quadri che ci ho mandati (non in vendita) solo per partecipare ad onorare l’esposizione Barbaglia. Tre quadri piccoli di formato ma che mi costano un anno della mia vita. Vede, caro Bianchi, come si creano le resurrezioni? Si accoppano da vivi col silenzio per poi farsi il merito della resurrezione […]” (1 del 1911). -- “[…] la prego di osservare questa impressione di paesaggi (come c’è il senso della sera). Non si conoscono di Cremona [si riferisce al pittore Tranquillo Cremona] veri paesaggi fine a sé stessi. […] Un amico mi fece osservare che la sigla di prima era di un altro! Io avevo visto sfuggevolmente che non corrispondeva nella macchia alla firma degli ultimi anni. Il più mediocre apprendista non può cascare in uno svarione di tal calibro. Uno che da 43 anni non vive che nell’arte e per l’arte ci è cascato […]” (15 aprile 1915). -- “[…] Non ricordo bene come rimanemmo intesi […]. In ogni modo mando il mio Santo Gilardi (il raccomandato) a portare il quadretto che ho dedicato a A. G. Bianchi perché la speciale caratteristica della mia arte […] sia nella sua raccolta […]” (16 maggio 1915). -- “[…] La lettera di Barzini [il giornalista Luigi Barzini] che mi hai trasmessa […] mi ha dato quel senso raro di compiacimento interno che altri provano […] nei riconoscimenti ufficiali […]. Il Maestro Toscanini l’ha dichiarato francamente che – immerso nella sua arte – non s’era mai occupato d’arte pittorica. Ebbene qualche cosa mi dice che se un giorno il nostro Barzini avesse l’agio di mettersi in comunicazione – come ha fatto Toscanini – con questa forma d’arte […] si potrebbe delineare un contenuto […] non privo forse del suo interessamento […]” (1 luglio 1915). -- “Un saluto […] e per dirgli che quel dipinto mandatomi a vedere deve precedere di circa mezzo secolo la nascita di Giov. Segantini. Come somiglianza è quali nulla. La contrafazione [sic!] della sigla è ingegnosa, ma corrisponderebbe alla firma che Segantini faceva dopo il 1890. Mi sono venuti in mente tanti curiosi e interessanti documenti a questo proposito […]” (27 del 1915). -- “Il Sig. Alonge mi chiede da parte sua appunti aneddotici sul giovane scultore Rembrandt Bugatti [lo scultore morì l’8 gennaio del 1916] […]. Forse ti rammenti vagamente la Cronaca d’Arte con un mio articolo illustrato che dava la “macchietta” allora notissima, in Milano, dal Carlo Bugatti l’ebanista […]. Era dotato di molto talento e di intensa passione per l’arte sua: sin da giovinetto faceva vita nei serragli delle nostre fiere […]” (11 [gennaio] del 1916). -- “Queste giornate – e quella d’oggi soprattutto – mi fa venire in mente il quadretto che ti ho dato: del lago visto da un sotto-passaggio. E la ricordanza non è lusinghiera per la riuscita del piccolo dipinto. Puoi mandarlo da rivedere sul mio cavalletto? Non lo tengo più di dieci giorni: dentro o fuori o te lo rendo migliorato di molto o te ne mando un altro […]” (16 agosto 1917). -- “[…] Mandamelo quel quadretto perché ho la certezza di poterci ricamar sopra qualche altra giornata gioiosa di carezze […] Esso appartiene alla mia serie delle sensazioni gioiose […]” (24 dicembre 1918). -- “[…] Per me il dipinto, nonché la firma sono indubbiamente autentici dei primi tempi del Maestro (Fontanesi). […] mi piacerebbe che qualcheduno più bravo di me mi informasse se è possibile arrivare colla contrafazione [sic!] a creare quel recto che c’è a questa tela […]” (lettera non datata).