Dettagli
Anno di pubblicazione
1806
Editori
Presso Ottavio Sgariglia,
Soggetto
PARMA TURCHI CORTE PARMENSE POLITICA RELIGIONE EDUCAZIONE, POTENTI ASSISI
Descrizione
In 8° (18x12,5 cm); 4 volumi: (1c.b.), 319, (1) pp., (1c.b.) ; (1c.b.), 304pp., (1c.b.) ; (1c.b,), 292 pp., (1c.b.) ; (1c.b.), 297, (1) pp., (1c.b.). Belle legature omogenee coeve in mezza pelle con titolo in oro su fascetta al dorso (due volumi hanno perso la fascetta) e piatti foderati con bella carta marmorizzata. Qualche strofinatura con la perdita dello strato superiore della pelle ai dorsi. Tagli spruzzati in rosso. Bellissima e curatissima edizione stampata ad Assisi di questopera del grande Vescovo di Parma, Adeodato Turchi. Lopera raccoglie i discorsi pronunciati da Turchi difronte alla Corte parmense e oltre ai discorsi di puro carattere teologico presenta anche i vari discorsi dal nascosto significato politico come ad esempio quelli dedicati al riconoscimento dellAdulazione e degli Adulatori, o quelli sulla pericolosità della Maldicenza, quelli dedicati alla necessità di rendere il popolo più erudito. Fra gli altri capitoli in interessanti: Devono i grandi conoscere se medesimi per essere umili; Riconoscere i veri poveri; Riconoscere i veri galantuomini per fidarsene;Falsa politica secondo pericolo delle Corti; Qual sia la Vera Politica. Lopera rappresenta così un vero e proprio manuale per leducazione dei potenti nello svolgimento della loro vita privata ma soprattutto nella loro vita pubblica. Adeodato Turchi, ordinato sacerdote, nel 1754 insegnò teologia a Modena, città dove rivelò per la prima volta le sue doti di grande oratore. Fu poi inviato a predicare a Piacenza e a Parma, dove fu nominato per due volte Guardiano del'Ordine dei Cappuccini. Nel 1755 tenne il suo primo quaresimale nella chiesa maggiore di Borgotaro. A Parma fondò una libreria, arricchendola di libri acquistati attraverso le elemosine e le donazioni. Predicò anche ad Arezzo, Pisa, Firenze, Genova (1766), Roma e Napoli (1767). Nel 1764 pronunciò un celebrato discorso sul segreto politico davanti al Senato della Repubblica di Lucca. Nel 1768 fu eletto ministro provinciale dell'Ordine e chiamato quale predicatore ordinario alla corte del Ducato di Parma. Il duca Ferdinando di Borbone lo nominò nel 1778 predicatore perpetuo di corte e precettore del principe ereditario Ludovico. Il 13 maggio 1788 papa Pio VI, su designazione del duca Ferdinando di Borbone, lo elesse Vescovo di Parma. In agosto andò a Roma per sostenere gli esami episcopali, superandoli brillantemente con i complimenti dello stesso Pio VI. Fu preconizzato vescovo il 15 settembre in Concistoro. Tornato a Parma, il 5 novembre fece l'ingresso solenne nella Cattedrale, alla presenza dei regnanti e di un gran numero di fedeli. Amministrò la diocesi parmense per circa 15 anni. Restaurò il Palazzo Vescovile e il Seminario e introdusse diverse riforme, mantenendo sempre rapporti amichevoli col primo ministro ducale. Nei primi anni dell'Ottocento, durante il governo dei francesi, mantenne un atteggiamento riservato e prudente, ottenendo da Francesco Melzi d'Eril, vicepresidente della Repubblica Italiana istituita da Napoleone, la giurisdizione su una parte della sua Diocesi che era situata in territorio reggiano. Edizione che si presenta allinterno in ottime condizioni di conservazione e stampata su carta di ottima qualità.