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Libri antichi e moderni

Ricci, Umberto

Politica ed economia

La Voce Soc. An. Ed. (Officine Grafiche Vecchioni - Aquila),, 1919

65,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1919
Luogo di stampa
Roma,
Autore
Ricci, Umberto
Pagine
pp. 239 [5], con un foglietto sottomisura di errata-corrige in carta azzurra in fine.
Collana
«Quaderni della ‘Voce’» terza serie n. 39,
Editori
La Voce Soc. An. Ed. (Officine Grafiche Vecchioni - Aquila),
Formato
in 16°,
Edizione
Prima edizione.
Soggetto
Politica Economia e scienze sociali
Descrizione
brossura color carta da zucchero stampata in nero ai piatti e al dorso; titolo in rosso al piatto anteriore,
Prima edizione

Descrizione

LIBRO Prima edizione. Ottimo esemplare (timbro omaggio in copertina e frontespizio). Raccolta di articoli pubblicati a partire dal 1916 a cura del marginalista Ricci, successore di Maffeo Pantaleoni alla cattedra di Economia dell’Università di Roma. Come emerge dal libro, fu esperto di politica economica e particolarmente del ramo agricolo-alimentare. -- «Fu membro attivo del Partito liberale e collaborò a La Voce, L’Unità, La Rivoluzione liberale; personalità di forte temperamento, animò il gruppo «nazionale-liberale», ala di destra del partito. Devoto alla monarchia, interventista, avversario di Piero Gobetti non meno che di socialisti, popolari e massoni, critico del giolittismo, come altri del suo partito credette che quello di Mussolini, voluto dal re nel 1922, fosse un governo «fascista-liberale». Fu stretto collaboratore di Alberto de Stefani, ministro delle Finanze di quel governo fino al luglio 1925. De Stefani lo ebbe come consigliere nell’impegno di risanamento della finanza pubblica, nella lotta all’inflazione, nel rilancio dell’economia. La svolta di Ricci contro il fascismo, divenuto regime palesemente illiberale dopo il discorso di Mussolini del 3 gennaio 1925, si unì al distacco da de Stefani, che non si era dimesso prima di venire rimosso e non aveva rotto con il fascismo. La scelta dell’opposizione al regime fu netta ed esplicita. La pagò con la perdita della cattedra quando nel marzo del 1928 pubblicò sulla rivista di Ugo Spirito Nuovi studi di diritto, economia e politica il breve articolo ‘La scienza e la vita’ (pp. 220-225) nel quale, dopo aver difeso dai rilievi di Spirito la teoria economica pura precedente Pareto, rivolse critiche taglienti alla politica economica del fascismo» (DBI).
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