Piovano (Il) Arlotto. Capricci mensuali di una brigata di begliumori con note di Succhiellino Cherico. Anno primo, secondo e terzo.

8° gr., voll. 3, con centinaia di xilografie nel t. e 4 tavole genealogiche ripieg. f. t. con il "Laus Deo" scritto da Rossini per Piovano Arlotto, pieve di San Cresci a Macioli noto per le sue burle, bella leg. coeva in mz. pelle con titoli oro e fregi a secco. Dopo l'abolizione dello Statuto il giornalismo toscano dovette limitarsi ai periodici artistici e letterario - culturale e a quelli umoristici, generalmente tra i quali non vi fu del resto una netta linea di divisione, perchè anche i fogli umoristici si mostrano spesso aperti alle tematiche culturali. In una valutazione complessiva si possono indicare, come elementi tipici di questa stampa, le prevalenza dell'interesse critico letterario, linguistico e filologico, rispetto a quello economico - sociale proprio di tanta parte dei giornali lombardo - veneti, e, in alcuni casi, il ricorso all'allusione metamorfica in funzione di un cauto discorso politico di segno liberale. Appartiene al primo tipo, che fu particolarmente nutrito, una serie di fogli di varia periodicità, tra i quali non sarà inutile richiamare sommariamente i principali, perchè nelle loro pagine si espresse larga parte dell'intellettualità toscana del decennio. Dopo l'Arte ed altri diversi giornali il filone fu continuato anche dal Piovano Arlotto (gennaio 1858 aprile 1862) compilato dai "tre F." (Raffaele Forlese, Fanfani e Antonio Fantacci. (Cfr.: Castronovo e Tranfaglia, La stampa italiana del Risorgimento, .)