Dettagli
Anno di pubblicazione
1941
Luogo di stampa
[Milano],
Pagine
pp. XVII [3] seguite da 28 carte patinate di cui 26 con fotografie in bianco e nero recto, cui seguono il colophon e una carta bianca; come sempre, la pagina XVII è in realtà numerata erroneamente «XIX».
Collana
collana «Arte» n. 4,
Editori
Corrente Edizioni (Società Grafica Modiano),
Edizione
Edizione originale.
Descrizione
brossura avorio stampata in nero ai piatti e al dorso; sovracoperta con sovracoperta verde smeraldo stampata in nero ai piatti e al dorso, con in copertina una fotografia in scala di grigi;
Descrizione
LIBROEdizione originale.Ottimo esemplare, fresco e pulito, completo della rarissima sovracoperta originale illustrata integra e senza restauri (volume appena percettibilmente ondulato e accenno di fioritura al bordo interno dell’ultima carta).Libro molto raro, perfettamente stampato da Guido Modiano, uno dei maestri tipografi dell’Italia anni trenta, con la sobria impaginazione dell’architetto Aldo Buzzi, quarta uscita nella raffinata collana diretta da Duilio Morosini per le Edizioni della rivista «Corrente», la più importante rivista culturale pubblicata in Italia nei primissimi anni quaranta per iniziativa di Ernesto Treccani. Prefazione dell’autore, l’architetto e fotografo Alberto Lattuada, cui segue una poesia di Treccani («Gli uomini dormono») a introdurre la suite di ventisei tavole fotografiche «che documentano in uno stile diretto e informativo aspetti di marginalità urbana e sociale, tra cui spiccano i senzatetto che vivono in rifugi di fortuna e i mercati cittadini di cose usate». I recentissimi studi di Antonello Frongia (si cita in particolare dall’articolo del 2019) hanno consentito di esaminare fin nei più minuti dettagli il contesto genetico del libro; uno dei dati di più rilevante acquisizione è che dei ventisei scatti solo diciotto sono riferiti al contesto milanese, mentre i rimanenti sono presi a «Venezia (tavv. 10-11, 14-15), Albogasio, sul lago di Lugano (tav. 12), Torino (16-17), nonché [in] una località non identificata, probabilmente nel Lazio (tav. 8)». -- «La semplicità stilistica, la coerenza iconografica del libro, l’autopresentazione sentitamente umanistica e aliena da ogni intellettualismo, l’idea successivamente ribadita da Lattuada di “un vagabondaggio sulla periferia di Milano” esposto al rischio di una possibile censura del regime fascista per l’insistita rappresentazione della miseria, sono tutti fattori che hanno permesso di celebrare “Occhio quadrato” come un’opera di eccezionale portata estetica e politica. A caratterizzare tutta la ricezione del libro ritorna periodicamente l’idea di “Occhio quadrato” come inedito ritratto della periferia milanese, opera primitiva del neorealismo fotografico e pionieristica reinterpretazione di un maestro nobile come Walker Evans» (Frongia 2019: 95-s).Grillo, Il libro fotografico italiano 1931-1941, pp. 248-250; Sebastiani, Libri e riviste, p. 94; Frongia 2019 (Occhio quadrato di Alberto Lattuada, in: Rivista di studi di fotografia 8: 94-107); Id. 2021 (Occhio quadrato e il “Quadernetto” di Alberto Lattuada, in: Leggere Corrente a Casa Museo Boschi Di Stefano); Id. 2022 (Fine della città: Occhio quadrato di Alberto Lattuada)