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Libri antichi e moderni

Pinelli Bartolomeo

Nuova Raccolta di cinquanta Costumi pittoreschi incisi all’acqua forte da Bartolomeo Pinelli Romano dedicati A Sua Eccellenza il Sig.r Cavaliere Hitroff, General Maggiore delle Armate di S. M. I. l’Imperatore di tutte le Russie, suo Inviato straordinario, Ministro Plenipotenziario presso S. A. I. il Gran Duca di Toscana, Cavaliere di diversi ordini Militari, Amatore vigilantissimo, e Protettore Zelante delle Belle Arti. Roma, Ignazio Pavon in Via del Babuino, 1816.

1520,00 €

Editoriale Umbra

(Foligno, Italia)

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Dettagli

Autore
Pinelli Bartolomeo
Soggetto
ANTIQUARIATO

Descrizione

In 4 oblungo [mm. 282 x 405], con 49 [su 50] acqueforti. In mezza pelle con carta a coda di pavone variopinta. Titolo a grandi caratteri scritto in oro lungo il dorso. Agli angoli e al dorso, verso i piatti, coppia di filetti in oro. Tagli dorati. Risguardi e carte di guardia gialle, quella anteriore staccata. Al risguardo anteriore traccia di una asportazione, probabilmente di ex libris. Labbro anteriore con abrasioni, specie alla pelle degli angoli che si presentano smussati. Graffi e qualche abrasione ai piatti. Cuffie strappate. Tavole in buono stato con qualche normale infiorescenza dovute al tipo di carta, specie alle ultime tavole e gora all’angolo inferiore verso il dorso. Bartolomeo Pinelli nacque a Roma nel 1781, “er pittore de Trastevere”, studiò all’Accademia di S. Luca e a Bologna. Al suo ritorno in Roma iniziò a produrre le famose incisioni: accanto alla illustrazioni di grandi opere come la Divina Commedia e l’Orlando furioso, e alla riproduzione di scene classiche da monumenti antichi comincia ben presto a realizzare scene di vita quotidiana che legheranno per sempre il suo nome a quello di Roma. La Città eterna e le sue campagne è infatti quella che meglio di tutti seppe riprodurre nei suoi disegni dal tratto sicuro e dal sapore romantico. La vita quotidiana in tutti i suoi aspetti e sfumature, dai giochi alle cerimonie religiose, dai litigi alle prediche infondendo in ognuno dei suoi personaggi popolani e nobili, religiosi o pastori, indovini o frati, quella vita che riusciva ad immortalare in una sorta di istantanea. Ha lasciato così uno grande catalogo di costumi, mestieri e figure che Roma avrebbe perso nel corso dell’Ottocento, una serie di spaccati sulle esistenze di quel popolo che giornalmente affrontava la vita in tutti i suoi aspetti e momenti, da quelli lieti come le feste a quelli più tristi come i funerali, praticando un mestiere o arrangiandosi ai danni del prossimo. Tutte le acquaforti sono numerate, firmate e datate 1815 e presentano il titolo della scena, compresa l’ultima, il “Riposo dell’Autore”: Bartolomeo Pinelli si raffigura mentre seduto al tavolo di lavoro fissa un teschio su di una mensola posta dinanzi a lui, sotto un cartello inchiodato al muro con la scritta “tutto finisce”. Sul tavolo c’è una grande tavola di suoi schizzi, mentre ai suoi piedi si riposano accovacciati i suoi amati cani. Morì sempre a Roma il 1 aprile 1835.