In 4° (23,8x17,4 cm); VIII, 40, IV, 58, (6) pp. e 4 c. di tav. fuori testo più volte ripiegate. Legatura ottocentesca in mezza-pelle scura con piatti foderati in carta marmorizzata azzurra. Qualche strofinatura. Fogli di sgaurdia novecenteschi. Antica nota ex-libris manoscritta privata al frontespizio Dalla Libreria Soldigiano (l'inchiostro ha in parte mangiato la carta ed è stata applicata pecetta di adesivo in carta di riso per chiudere la carta). Uno strappetto ad una tavola senza perdita di carta. Una bella xilografia al frontespizio con uomo che ara la terra. Testatine ed iniziali ornate. Terza edizione rivista, corretta ed accresciuta in tavole e pagine di questa nota opera di agrimensura scritta dal celebre naturalista e botanico veneziano, Francesco Griselini, nato Greselin (Venezia, 12 agosto 1717 Milano, 5 settembre 1787). La seconda parte porta un titolo proprio Laccorto fattore di villa ossia Osservazioni utili ad un Fattore per il Governo della Campagna, e per la Sopraintendenza alli Coloni, di Santo Benetti con la descrizione dei dodeci Mesi dellAnno, e con la dichiarazione di quanto si deve operar in ciaschedun dessi Mesi. Griselini, figlio di una nota famiglia di tessitori e produttori di seta, in età giovanile, dimostrò ben presto una propensione per le arti figurative. Nel periodo immediatamente susseguente il suo matrimonio nel 1743, iniziò una collaborazione con la l'istriana Libera Lucia Plammuller disegnando per questa, disegno di maschere, ricami, illustrazioni di libri, di mappe e di carte geografiche. Sul finire del 1756 diventò l'incisore e disegnatore di fiducia dei librai Bassaglia. Nel 1760-1762 fu chiamato dal Senatore Marco Foscarini a portare avanti il prestigioso restauro delle carte della Sala dello Scudo. Personaggio dai molteplici interessi, leggeva correttamente francese, inglese ed italiano. Scrisse opere scientifiche, commedie e saggi, dirigendo giornali e curando dizionari. L'opera qui presentata è il suo primo trattato diretto a temi agricoli diretti. Scrive Paolo Preto nella voce dedicata a Griselini nel "Dizionario Biografico degli Italiani" edito dalla Treccani, Volume 59 (2002): "La polemica sulla biografia sarpiana, e di riflesso sui temi giurisdizionali, lo proiettò nel dibattito culturale e politico della Venezia dei "lumi", con un senso "vivo e felice dell'opportunità e dell'occasione, l'attenzione vigile all'inclinazione dello spirito e dell'opinione pubblica"; così avvenne "l'incontro tra la sua innata abilità di divulgatore ad alto livello e le pressanti esigenze [
] poste dai pesanti problemi, sociali tecnici e pratici, delle nostre campagne, dall'urgenza ovunque sentita di far giungere sino alle misere case dei contadini una parte almeno dei progressi morali, materiali e scientifici del riformismo settecentesco" (Torcellan, 1969, p. 245). Nel 1763 il G. si volse per la prima volta al mondo dell'agricoltura col breve opuscolo Nuova maniera di seminare e coltivare il frumento (M. Fenzo, Venezia), che descriveva una macchina inventata dall'inglese Jethro Tull. Il grande successo dell'operetta, le suggestioni dell'amico M. Foscarini, l'interesse dell'opinione pubblica per i problemi delle campagne lo spinsero a una grande impresa editoriale e culturale: il 7 luglio 1764 uscì il primo numero del Giornale d'Italia spettante alla scienza naturale e principalmente all'agricoltura, alle arti ed al commercio (B. Milocco, Venezia), posto sotto la protezione dei Cinque savi alla mercanzia e destinato a essere "tramite tra la classe politica veneziana e il ceto di studiosi, di tecnici, di nobili di terraferma illuminati ed attivi che furono l'anima degli studi e delle esperienze agrarie del Settecento veneto" (Torcellan, 1969, p. 245)". La seconda parte è opera del noto agrimensore trevigiano, Sante Benetti. Scrive Gian Franco Torcellan nella voce dedicata a Benetti nel Dizionario Biografico degli Italiani edito da Treccani, Volume 8 (1966): "Frutto di una varia e larga esperienza del mondo agricolo veneto, resta del B. una piccola raccolta di osservazioni empiriche dietro alle quali s'avverte la quotidiana pratica di un esperto di cose rurali: "Io sono uomo di campagna, - aveva del resto voluto scrivere all'inizio, - e non di lettere; intendo giovarvi solo, non dilettarvi". Questo libretto è L'accorto fattor di villa, o sia osservazioni utili ad un fattore per il governo della campagna e per la sopraintendenza alli coloni, pubblicate a comun vantaggio, uscito in prima edizione a Venezia nell'anno 1760 presso lo Zatta. Ristampato già nel 1761, a testimonianza di un immediato successo, ebbe altre edizioni, tra le quali merita particolare rìlievo quella veneziana del 1765, nella quale, a metter in luce i pregi, l'utilità e il favore incontrato dall'opera nel mondo agricolo, F. Griselini, pubblicista tra i più operosi sull'argomento nella Venezia dell'epoca e intelligente direttore del Giornale d'Italia, vi riproduceva la sua Nuova maniera di seminare e coltivare il formento. Il B. dal canto suo vi poneva una copiosa aggiunta di otto capitoli (nei quali trattava "la infallibile maniera di preparar le terre, per poi in queste seminar le biade da spiga ed il sorgoturco") e di due altri ancora - tra i più interessanti del volumetto - in cui si dava a sostenere "che li padroni non siano tanto ristretti nell'onorario nell'occasione di prender al suo servizio li fattori o gastaldi", facendosi difensore della necessità di un "congruo salario" per i medesimi. Ove chiaramente risulta l'intento di difendere una categoria di lavoratori alla quale l'autore per tutta la vita aveva appartenuto, e di cui ancor faceva parte quando scriveva, "agente" qual era - lo apprendiamo dalle sue pagine - "dell'eccelientissima casa Da Mosto in Campo Sampiero", fiorente località della campagna padovana". La tavola finale contiene anche l'esperienza del Sig. Marcello Malpighi intorno alla Vegetazione de' Semiedita nel 1687. Esemplare completo ed in buone condizioni di conservazione.