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Libri antichi e moderni

Pollini Francesco

Metodo pel Clavicembalo composto da Francesco Pollini, Socio Onorario del R. Conservatorio di Musica di Milano, Adottato dal R. Conservatorio medesimo non che per le Case di educazione nel

Presso Giovanni Ricordi Editore,, 1812

360,00 €

Zanfrognini Antonio Studio Bibliografico

(Modena, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1812
Luogo di stampa
Milano,
Autore
Pollini Francesco
Editori
Presso Giovanni Ricordi Editore,
Soggetto
CLAVICEMBALO PIANOFORTE MILANO CORREGGIO ASIOLI RICORDI
Lingue
Italiano

Descrizione

In oblungo (35,7×25,7 cm) 84, (4) pp. Legatura coeva in mezza pergamena con piatti foderati con carta marmorizzata coeva. Qualche foglio un po’ lento ma nel complesso esemplare in buone condizioni di conservazione completo delle ultime 4 pagine, spesso assenti nelle quali, in alcuni esemplari, come quello presentato, è presente l’elenco completo dei sottoscrittori. Prima rara edizione di questo celeberrimo “metodo per clavicembalo”, considerato il primo trattato italiano per lo studio del clavicembalo, opera del noto musicista, compositore e docente milanese ma nato a Lubiana, Francesco Pollini (Lubiana, 1762 – Milano, 1846). Pollini studiò musica a Vienna ed ebbe fra i suoi maestri anche Mozart che infatti, dedicò a Pollini uno dei suoi rondò per violino. Dopo aver perfezionato gli studi tornò a Milano dove iniziò l’attività di musicista e di didatta divenendo, ben presto, molto apprezzato e ricercato fino a raggiungere la carica di professore di composizione al prestigioso Conservatorio di Milano. Grande amico di Bellini che gli dedicò l’opera “La Sonnambula”, fu autore di diverse composizioni ma fu proprio il suo “metodo pel clavicembalo” che qui presentiamo, a dargli imperitura fama. Dopo questa prima edizione del 1812 edita per i soli sottoscrittori, l’opera vide poi diverse ristampe a partire dal 1834, data della seconda edizione. Quella che qui presentiamo è la rara prima edizione che vede alla fine del volume le 4 pagine non numerate, spesso assenti che contengono, non solo, l’indice delle materie (Della posizione del corpo, Della tastiera, Degli attributi della mano, Della maniera di studiare in generale, Del portamento della mano in generale, Delle scale i generale, Del portamento della mano in generale ecc.) ma in alcune copie, come questa, l’interessantissimo elenco dei sottoscrittori che ben rappresenta le conoscenze e la fama di Pollini. Si leggono fra i nomi: Bonifazio Asioli, Ferdinando Artaria (che ne commissionò 16 copie), il maestro di Cappella di Correggio Giovanni Asioli, il triestino Adolfo Bassi noto Maestro di Musica, Carolina Belgiojoso, Antonio Carlotti il cimbellano di Sua Maestà il Re d’Italia Eugenio Napoleone, il Conte Giovanni Battista Forni di Modena, Michele Fusco maestro di Cappella di Modena, i nobili modenesi Antonio Gandini e Enea Montecuccoli, Gataudé A. di Parigi Maestro particolare della Musica dell’imperatore che fu autore di un noto nuovo metodo di canto, Pompeo Litta, Angelo Lodi di Ferrara Maestro di Musica ed Accademico Filarmonico di Bologna, Simone Mayr Maestro di Cappella di Bergamo e Carlo Mozart musicista e secondogenito di Wolfgang Mozart. Di questa prima edizione, si sa, appunto dall’elenco dei sottoscrittori che citano anche il numero di copie richieste, che vennero stampate circa 400 copie molte delle quali, oggi sono andate disperse e distrutte, facendo di questa prima edizione, un’opera assai rara. Per capre l’importanza della figura di Pollini nel panorama musicale italiano dell’inizio del secolo, vogliamo citare le parole di Bianca Maria Antolini espresse, durante un ciclo di convegni dedicati alla figura di Pollini dal titolo “Francesco Pollini e il mondo musicale milanese del primo ottocento”: “Nel febbraio 1812 Peter Lichtenthal nell’«Allgemeine Musikalische Zeitung», annunciando l’imminente pubblicazione del Metodo pel clavicembalo di Pollini, si soffermava sulle accademie musicali che si tenevano nella sua casa. Erano gli anni in cui l’aristocrazia, di cui spesso facevano parte anche musicisti dilettanti, apriva le porte delle proprie residenze a incontri musicali: pensiamo alle riunioni nelle case Balzaretti, Caimi, Moller, alle quali Lichtenthal spesso partecipava facendo eseguire sue composizioni e di cui forniva notizie (non sempre lusinghiere, è da dirsi, dal momento che gli esiti artistici di questi incontri a volte erano piuttosto incerti). Oppure a quelle più avanti nel tempo e più prestigiose in casa del conte Cesare di Castelbarco, nel famoso e molto ben frequentato salotto di Paolo Branca e delle sue talentuose figlie, presso Gustavo Adolfo Noseda oppure negli eventi musical-letterari organizzati dalla contessa Guglielmina Durini Litta Biumi Resta. Oltre a ciò, val la pena considerare pure i più semplici e meno formali incontri musicali, raramente documentati ma che si possono dedurre dalle corrispondenze, che non avevanocome scopo finale l’esibizione ma davano risposta al desiderio e al piacere di fare musica insieme. A questo fervore musicale non era naturalmente estraneo Pollini che, oltre ad essere musicista affermato, era detentore di un titolo nobiliare, quello di barone, concesso a suo padre da Maria Teresa d’Austria. La lunga lista delle sue aristocratiche allieve si ritrova nell’elenco dei dedicatari delle sue composizioni e da questi nomi ha preso spunto la ricerca alla base della relazione che viene presentata”. Sempre durante questa serie di convegni incentrati sulla figura di Pollini, Leonardo Miucci, ben tratteggiò l’importanza dell’opera di Pollini “Francesco Pollini ha rappresentato la figura più importante fra i pianisti attivi a Milano e in Italia nel primo Ottocento. Sebbene non abbia mai praticato l’insegnamento presso il Conservatorio di Milano, nel 1811 gli venne commissionato dalla neonata istituzione il compito di redigere un metodo per l’istruzione delle classi di pianoforte. La prima edizione del Metodo pel Clavicembalo è stata pubblicata da Ricordi nel Febbraio del 1812 e una seconda edizione conoscerà le stampe nel 1834 [con un numero di pagine differenti]. Questo trattato, il primo interamente dedicato al pianoforte in Italia e in italiano, ha esercitato una lunga e importante influenza nel panorama pianistico italiano fino al termine del XIX secolo, ricevendo altresì un’eco internazionale, soprattutto nei paesi di lingua tedesca. I suoi contenuti sono in qualche misura influenzati dalla tradizione tastieristica francese (quella di Adam, in particolare) – comprensibile se si considera il contesto politico: il Conservatorio di Milano era stato fondato, infatti, con il sostegno francese durante il periodo napoleonico (1808). Nonostante ciò, la matrice stilistica del linguaggio pianistico è chiaramente di impronta viennese; la concezione del tocco, la tipologia delle articolazioni, una dichiarata prassi del pedale: tutti elementi che riconducono allo stile classico di estrazione mozartiana, sia nei contenuti che nella loro veste notazionale”. Prima rara edizione del primo “metodo” italiano per lo studio del clavicembalo. Rif. Bibl.: ICCU IT\ICCU\LO1\1599049.
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