Questo sito usa cookie di analytics per raccogliere dati in forma aggregata e cookie di terze parti per migliorare l'esperienza utente.
Leggi l'Informativa Cookie Policy completa.

Libri antichi e moderni

Botta Carlo (Lettere), Zucchi Mario (A C. Di)

Lettere INEDITE di Carlo BOTTA a G. B. BALBIS. Stralcio dalla Miscellanea di studi storici in onore di Giovanni Sfroza.

Tipografia editrice Baroni, 1915

20,00 €

Le Colonne Libreria

(Torino, Italia)

Parla con il Libraio

Metodi di Pagamento

Dettagli

Anno di pubblicazione
1915
Luogo di stampa
Lucca
Autore
Botta Carlo (Lettere), Zucchi Mario (A C. Di)
Editori
Tipografia editrice Baroni
Soggetto
Piemonte - Carlo Botrta
Lingue
Italiano

Descrizione

In-8° (cm. 25,2), pp. 17 (da p. 272 a p. 288.) Brossura provvisoria un cartoncino leggero riproducente la cop. della Miscellanea. Cifra a biro incop. 7 pagine di introduzione e commenti di Mario ZUCCHI, che racconta i trascorsi giacobini e repubblicani giovanili del Botta dal 1794 al 1800, Souvarow ecc. e menziona anche la Scuola Veterinaria istituita al Valentino dal Botta e da altri al tempo della Repubblica. Le successive 10 pagine riportano 10 LETTERE del Botta all'illustre botanico Giovanni Battista BALBIS (Moretta CN 1765 - Torino 1831), scritte da Parigi dal 25 genn. al 5 dicembre 1826, tutte in italiano salvo le prime 3 che sono in francese. Il Balbis era stato implicato nel complotto giacobino del 1794 ed era fuggito in camicia riparando in Francia, tornato e poi di nuovo fuggito al tempo di Souvarow ecc. e rimase poi amico e sodale del Botta. BOTTA (San Giorgio Canavese 1766 - Parigi 1837), arrestato la sera del 27 maggio 1794 e tradotto il 28 dello stesso mese nel carcere militare di Acqui; rilasciato nel 1795, emigrò in Francia. Ritornò in Italia l'anno dopo come chirurgo nell'armata francese guidata da Napoleone Bonaparte; da Venezia proseguì per Corfù e tornò in Italia nel 1798. Nel 1799 fece parte del Governo provvisorio della Nazione Piemontese istituito dopo la fuga del re Carlo Emanuele IV e nel 1801 fu uno dei triumviri insieme con l'anatomista Carlo Giulio e Carlo Bossi; sostenitore di una politica filofrancese, fu favorevole all'annessione del Piemonte alla Francia, proclamata l'11 settembre 1802, e fu poi bonapartista; in seguito, sostenne l'indipendenza e l'unità nazionale italiana, ma dal 1814 dimorò in FranciaCensito come estratto in 3 bibl.
Logo Maremagnum it