Libri antichi e moderni
Giuseppe Rotolo, Franco Matticchio, Arturo Colombo
LETTERE AL "CORRIERE"
Pan Editrice, 1980
31,50 €
Studio Maglione Maria Luisa
(Napoli, Italia)
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Dettagli
Descrizione
La sincerità di Rotolo balza fuori subito, appena si leggono (o si rileggono) queste Lettere al Corriere, che ha mandato nel giro di una decina d'anni al giornale di via Solferino (dall'epoca della direzione di Spadolini, a quella di Ottone, all'attuale di Di Bella), sempre con l'intento di fare sentire la voce schietta, lineare, coerente di un cittadino, che pensa con la sua testa, e appena si accorge che qualcosa non funziona e minaccia i delicati meccanismi di questa democrazia (spesso così debole, così accampata e assediata), sente il dovere di unire la sua voce a quella di quanti, come lui, non rinunciano a mettere in guardia dai malanni ancora maggiori che possono capitarci.
C'è, esplicita, quasi trasparente, una costante venatura di spirito mazziniano nella concezione che Rotolo ha della politica, mai disgiunta da un imperativo etico, che mi ricorda proprio le parole rivolte da Mazzini «agli amici di Roma» nell'aprile 1871: «La nostra non è questione di mera politica e d'alcuni vantaggi civili ed economici da raccogliersi nell'adorazione d'una o d'altra forma governativa: è questione morale, d'educazione d'un popolo». Educazione e democrazia, dunque, secondo l'insegnamento dei veri mazziniani. E infatti, al di là degli specifici argomenti trattati in quelle lettere (che prendono sempre spunto da un fatto di cronaca, puntuale, preciso, ma allargano il discorso a questioni d'alto interesse generale), il simbolico filo rosso che lega insieme gli interessi «a caldo» di Rotolo lo si trova nel continuo richiamo a quell'etica dei principi, troppo spesso abbandonata e travolta nel mare magnum del qualunquismo, della demagogia, della retorica populista e giustizialista dei tanti, troppi falsi profeti e piccoli Catoni dalla coda di paglia.
Rotolo è stato un ragazzo del '99; e qualcosa dell'esperienza, drammatica ma esaltante, della Grande Guerra gli è rimasto addosso, accentuato, quasi ingigantito dalle successive vicende belliche che lo hanno coinvolto: la campagna d'Abissinia e poi la lunga, cupa, dolente prigiona in Unione Sovietica. Ecco perché alla costante della sincerità si accompagna, altrettanto costante, la consapevolezza che una società non progredisce, né si rafforza, né si migliora, senza l'impegno, senza la partecipazione solidale di tutti, senza il senso del dovere di tutti, senza quel pizzico di spirito di sacrificio, quella dedizione, quel sapersi rimboccare le maniche, che è l'esatto opposto di certe indulgenze odierne al menefreghismo o (peggio ancora) all'egoismo arido e contagioso.
Certo, si possono discutere certe sue tesi, si possono magari non approvare certi suoi suggerimenti. Ma quello che Rotolo scrive sulla sbornia delle illusioni, o sulla pratica del malgoverno, o sulla malattia cronica di una sinistra confusionaria che alimenta una destra non meno ottusa, contiene il sale delle verità che scottano e fanno chiudere gli occhi solo a quanti vogliono, o preferiscono, l'alibi codardo di fingere di non vedere e non capire (che è sempre l'altra faccia, meno insidiosa e riprovevole, del disimpegno e della maleducazione civica). Questo sale delle verità che scottano stimola spesso la vena ironica, il gusto della satira garbata, che Rotolo rivolge ai politici, anzi ai politici che contano: da Berlinguer «novello Sant'Agostino», all'«enigmatico» De Martino, da Craxi che «scopre» Proudhon senza avere «riletto» Mazzini, a Moro che si sveglia dal sonno di Aligi, a Ugo La Malfa che, allarmato per la crisi economica, vorrebbe i comunisti nel governo fino a Pannella che predica la «non violenza» ma, come il virtuoso e incorruttibile Robespierre, potrebbe domani «fare innalzare la ghigliottina sotto l'albero della libertà». Graffiante ma sempre rispettoso verso chi gli capita sotto tiro, Rotolo spesso arricchisce e ravviva queste sue lettere con una puntuale citazione di un proverbio siciliano, o magari con un verso di Giovanni Meli, il poeta palermitano del '700 che dev'essergli molto caro (e del resto, lo stesso stile caustico, amaro, ma mai grossolano, anzi carico di umanissima verve, si ritrova anche riflesso nei nitidi disegni illustrativi di Franco Matticchio, che in questa raccolta fanno da efficace contrappunto alle parole di Rotolo).
C'è di più. Anche quando critica con ironia pungente, Rotolo non si lascia mai andare all'amarezza, tipica del pessimista piagnone e apocalittico, capace soltanto di vedere tutto nero, senza speranza né fiducia per il domani. No, Rotolo mantiene un fondo di sostanziale ottimismo nelle possibilità e capacità di correggere gli errori, di limitare (o almeno, ridurre) i guasti che ci circondano, solo che ci si convinca alle re gole della coerenza, dell'onestà, del dovere, indispensabile per chi continua a credere che se la democrazia dev'essere un'autentica «casa di tutti», ciascuno ha l'obbligo di dare il suo contributo: piccolo o grande, non importa. Semmai, quello che importa è la coerenza, la serietà degli intenti. Proprio come queste lettere stanno lì a confermare.
Giuseppe Rotolo, chirurgo famoso, è nato a Menfi di Agrigento nel 1899. Si è laureato nel 1924, dopo aver partecipato alla prima guerra mondiale come ufficiale dei Bersaglieri. Giovanissimo è stato assistente interno nella Clinica Chirurgica di Milano e di ruolo nell'Ospedale Maggiore. Ha due libere docenze: in patologia chirurgica e in clinica chirurgica. Dopo la guerra d'Etiopia, dove fu mobilitato come chirurgo, vinse il concorso per primario all'Ospedale di Magenta. Nel 1942, richiamato alle armi, venne inviato al fronte russo al comando del 25° nucleo chirurgico della «Pasubio» e nel dicembre dello stesso anno cadde prigioniero rimanendovi fino al settembre del 1946. Ha pubblicato 60 monografie su argomenti di patologia e di clinica chirurgica. Ha documentato in un grosso volume dal titolo «Venti mesi di attività chirurgica in A.O.» la sua attività operatoria in Africa Orientale, volume che ha avuto un premio di medicina coloniale. Nel 1971, da Ceschina, ha pubblicato un libro autobiografico: «Un chirurgo racconta». Partecipa attivamente alla vita del suo tempo come vecchio mazziniano. Le lettere al «Corriere» sono la testimonianza della sua inesausta vitalità.
Descrizione bibliografica
Titolo: Lettere al Corriere
Autore: Giuseppe Rotolo
Prefazione/Introduzione di: Arturo Colombo
Disegni di: Franco Matticchio
Grafica di: Isa Donelli
Editore: Milano: Pan Editrice, 1980
Lunghezza: 142 pagine; 18 cm; illustrato in b/n
Soggetti: Biografie, Memorie, Riflessioni, Miti, Bellicismo, Totalitarismo, Vita umana e professionale, Esperienze personali, Storia, Politica, Piave, Don, Sinistra, Comunismo, Socialismo, Marxismo, Politica, Chiesa, Cattolicesimo, Laicismo, Ideologie politiche, Collezionismo, Rarità librarie, Libri rari Vintage fuori catalogo, Libri autografati, Dedica, Corriere della Sera, Attualità, Commenti, Anni Sessanta, Anni Settanta, Satira politica, Critica, Vignette, PCI, Unità nazionale, Compromesso storico, Clientelismo, Malgoverno, Potere, Comunisti, Socialisti, Democrazia Cristiana, Prima Repubblica, Unione Sovietica, Stalinismo, Sinistra, Opposizione, Sarcasmo, Ironia, Scritti politici, Graffi, Intellettuali, Intellighenzia, Interesse, Curia, Chiesa, DC, PSI, Bettino Craxi, Giulio Andreotti, Aldo Moro, Lama, Ugo La Malfa, Correnti, Mass Media, Televisione, Polemiche, Fantapolitica, Istruzione, Sud Italia, Divario, Economia, Programmi, Elezioni, Voti, Società civile, Partecipazione, Corruzione, Enrico Berlinguer, Marco Pannella, Radicali, Referendum, Destra, Centro, Censura, Propaganda, Riformismo, Massimalismo, Cultura, Dittatura, Fascismo, Fascisti, Terrorismo, Brigate Rosse, Contestazione, Manifestazioni, Scioperi, Sindacati, Lavoratori, Diritti sociali, Norberto Bobbio, Borghesia, élite, Palazzo, Intrighi, Ministri, Onorevoli, Deputati, Parlamento, Elettori, Pluralismo, Dissenso, Consenso, Studenti, Università, Polizia, Economia, Leggi, Austerità, Debito pubblico, Inflazione, Salario, Disoccupazione, Stato sociale, Congressi, Sezioni, Tessere, Iscritti, Lotta di classe, Battaglie, Costituzione, Classi dirigenti, Scandali, Alberto Asor Rosa, Benedetto Croce, Storia d'Italia, Pensioni d'oro, Vitalizio, Privilegi, Affarismo, Rinascita, Lotta Continua, Marxisti, Adalberto Minuzzi, Religione, Oppio, Tribuna politica, Medici, Chirurghi siciliani, Stampa, Editoria, Lettere dei lettori, Corrispondenza, Prima guerra mondiale, Campagna d'Etiopia, Seconda, Conflitti mondiali, Biographies, Memoirs, Reflections, Myths, Bellicism, Totalitarianism, Professional life, Personal experiences, History, Politics, Left, Communism, Socialism, Marxism, Politics, Church, Catholicism, Secularism, Political ideologies, Collectingism, Book rarities, Rare books out of print, Autographed Books, Dedication, Current Affairs, Comments, Sixties, Seventies, Political Satire, Criticism, Cartoons, National Unity, Historical Compromise, Cronyism, Bad Government, Power, Communists, Socialists, Christian Democrats, First Republic, Soviet Union, Stalinism, Left, Opposition, Sarcasm, Irony, Political writings, Scratches, Intellectuals, Intelligentsia, Interest, Church, Controversy, Political fiction, Education, Southern Italy, Gap, Economy, Programs, Elections, Votes, Civil society, Participation, Corruption, Radicals, Right, Center, Censorship, Reformism, Maximalism, Culture, Dictatorship, Fascism, Fascists, Terrorism, Red Brigades, Protest, Demonstrations, Strikes, Unions, Workers, Social rights, Bourgeoisie, Palace, Intrigues, Ministers, Deputies, Parliament, Voters, Pluralism, Dissent, Consensus, Students, University, Police, Economy, Laws, Austerity, Public debt, Inflation, Wages, Unemployment, Welfare, Congress, Sections, Memberships, Class struggle, Battles, Constitution, Classes executives, Scandals, History, Golden pensions, Life annuities, Privileges, Businessism, Rebirth, Marxists, Opium, Political Tribune, Doctors, Sicilian surgeons, Press, Publishing, Letters from readers, Correspondence, Prima world war, Ethiopia campaign, Second, World conflicts
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