Quinta ristampa, pubblicazione realizzata sotto gli auspici dell'Accademia di Udine a cura di Bindo Chiurlo con uno studio un saggio bibliografico e due appendici. È del 1818 l’esordio letterario di Zorutti, uno dei più famosi poeti friulani: due sonetti per nozze; del 1819 ancora un componimento per nozze, a individuare un filone ricco di esiti (e di estemporaneità, di inevitabile oblio). Del 1821 (si intende per il 1821) è il primo «Strolic furlan» [Astrologo friulano], al quale si legano le fortune di Z., «strolic» per antonomasia.Nel 1836-1837 Z. allestirà due volumi di Poesiis, altri tre nel 1846, 1847 e 1856, ma le raccolte saranno soprattutto postume: Poesie edite ed inedite sotto gli auspici dell’Accademia di Udine, a cura di P. Bonini e G.G. Putelli, con la riproduzione delle sei litografie di G.L. Gatteri, nel 1880-1881, Raccolta completa delle poesie friulane edite e inedite, a cura di V. Ostermann, con illustrazioni di L. Rigo, nel 1880 e 1880-1881, e Le poesie friulane sotto gli auspici dell’Accademia di Udine, a cura di B. Chiurlo, nel 1911, diventata edizione di riferimento. Le poesie riunite in volume cancellano la cadenza dell’almanacco e dal tepore del focolare scivolano nell’atmosfera più fredda e compassata della biblioteca: dal formato di consumo, maneggevole e feriale, alla dimensione più grande, che prevede altre modalità di lettura. Una edizione selettiva quella di Chiurlo, che esclude «ciò che è indiscutibilmente borra insignificante», ma attenta a non elidere, con scremature troppo rigorose, il «valore rappresentativo di tempo e d’ambiente», pur se i tagli non sono indolori: con una sola eccezione, che non basta a rappresentarli, sono espunti i pronostici dello «Strolic pizzul» e sono drasticamente sfoltiti i versi per nozze, con una revisione drastica (e non priva di oscillazioni) della grafia. Chiurlo peraltro si attiene a volte a versioni ritoccate da Z., mettendo a testo varianti posteriori, ma non senza occasionali recuperi delle stesure di partenza, con un discutibilissimo movimento pendolare. Nel corpo dello «Strolic» del 1828 viene inserito il sonetto caudato La bella di Tolmino, una poesia di cui Z. non riconosceva la paternità, pubblicata più tardi da Joppi su «Pagine friulane». La sequenza asseconda la cronologia, nel rispetto della scansione del lunario, per restituire il sapore dell’epoca e non alterare il gioco di «quella compagine, fatta di mestizia e di giocondità, di sentimento naturalistico e di gaiezza rumorosa, che era ordinata a dare un’impressione unica, non ad essere sciolta e considerata a spizzico». A Chiurlo si devono rilievi appuntiti sulla psicologia di Z., sulla sua vita e sulle sue letture (da Béranger a Nalin, a Vittorelli ispiratore dei metri più cantabili). Secondo Chiurlo Z. prende le mosse dallo «Schieson» del trevisano Pozzobon, integrando il filo della «chiacchiera famigliare» e della «satiretta pettegola e piena di color locale» con la «poesia della natura». Cartonato. Pp. 670. Taglio rosso, ottime condizioni.