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Libri antichi e moderni

Govoni, Corrado (Copertina Di Adolfo De Carolis)

Le Fiale

presso Francesco Lumachi, con i tipi di G. Spinelli e C.,, 1903

2000,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1903
Luogo di stampa
In Firenze,
Autore
Govoni, Corrado (Copertina Di Adolfo De Carolis)
Pagine
pp. [4: bianca e frontespizio] 223 [1] stampate in nero, rosso e verde e con illustrazioni xilografiche in bianco e nero nel testo.
Editori
presso Francesco Lumachi, con i tipi di G. Spinelli e C.,
Formato
in 8°,
Edizione
Edizione originale.
Soggetto
Poesia Italiana del '900 Futurismo
Descrizione
brossura verde disegnata in xilografia rossa da Adolfo De Carolis,
Prima edizione

Descrizione

LIBRO Edizione originale. Ottimo esemplare interamente genuino; lieve scoloritura al piatto superiore e segno dei fascicoli al dorso. Conserva la pecetta marinettiana «“Poesia” organo del futurismo». Rarissima opera prima e notevole esordio, che pose Govoni tra i punti di riferimento per i giovani poeti del primo Novecento italiano, tra crepuscolarismo e modernismo liberty. Edizione a spese dell’autore, tirata in soli quattrocento esemplari non numerati su carta di pregio in barbe, con testo stampato in tre colori e lussureggiante apparato decorativo disegnato in xilografia da Adolfo De Carolis: la grande incisione di copertina, ripetuta in nero al frontespizio, e undici fregi nel testo. -- Poco meno di sei anni dopo, alle soglie del 1909, contemporaneamente alla nascita del futurismo, Govoni sceglieva Marinetti come suo editore di riferimento, e gli consegnava anche le rese della produzione precedente (come presto fece anche Aldo Palazzeschi). È così che «la copertina di “Fiale” di Corrado Govoni (1903) con l’elaborata xilografia “dannunziana” di Adolfo De Carolis “sfregiata” dall’etichetta di Marinetti “Poesia - Organo del Futurismo” è un’immagine metafora di alcuni concetti chiave del futurismo: sfregio al passato, appropriazione e risemantizzazione. La copertina etichettata risulta, inoltre, particolarmente adatta a significare quanto la principale casa editrice del movimento, ovvero le Edizioni Futuriste di “Poesia”, sia per intrinseca natura lontanissima dal concetto elitario di libro illustrato, di edizione di pregio, che aveva contraddistinto in qualche modo la stagione dannunziana modellata sugli esempi internazionali del “Revival of printing”» (Coronelli, “L’incisione nell’editoria futurista”, in: Il segno dell’avanguardia, 2018, p. 88a). -- Nel 1948, per la garzantiana «Opera prima» diretta da Enrico Falqui, Govoni ripubblicava «Le fiale» con diverse (piccole ma non banali) modifiche, e in cauda poneva un’interessante memoria: «Non ricordo più bene chi mi consigliò, nel 1903 (avevo diciott’anni), per la pubblicazione del mio primo libro di poesia “Le Fiale”, l’editore fiorentino Francesco Lumachi; se cioè fu Giovanni Papini o Adolfo De Karolis. Quello che ricordo con esattezza è che l’edizione di 400 copie in formato grande, di bellissima carta a mano, come oggi non se ne trova l’uguale, mi costò insieme alle belle incisioni in legno del De Karolis, l’intera eredità lasciatami dalla tremula indimenticabile nonna: 800 lire». Nella nota inoltre per la prima volta l’autore rivelava l’esistenza di un’originaria sezione di sonetti erotici («Vas luxuriae») sostituita a stampa già ultimata da «Giallo crisantemo e violetto pasquale» («circolarono con quei sonetti scandalosi non più di quattro o cinque copie»). Nel 1975 Lanfranco Caretti si imbatté in un esemplare ancora provvisto dei «Vas luxuriae» e ne diede un’edizione anastatica. «Delle “Fiale” esistono oggi tre edizioni: la princeps, in cui (tranne nella manciata di copie che conservano il “Vas”) la seconda sezione è la sostitutiva “Giallo crisantemo e violetto pasquale”; l’edizione Garzanti del 1948, sempre senza il “Vas” e con le varianti d’autore; un’edizione anastatica della princeps scovata da Caretti (Imola, Galeati, 1983), cioè con il “Vas luxuriae” e senza “Giallo crisantemo” […]. Non esiste pertanto nessuna edizione che raggruppi “Vas” e “Giallo crisantemo” assieme, e che restituisca al lettore d’oggi tanto “Le Fiale” nella loro veste originaria, quanto la vulgata che è circolata fino agli anni settanta. Lo scomodo lavoro di collage che ancora oggi si è costretti a fare per avere uno sguardo d’insieme sulla raccolta è, mi pare, un’illuminante testimonianza della sua indomabilità» (F. Targhetta, Corrado Govoni 1903-1907, tesi di dottorato 2008 Uni Padova, p. 13 nota 8). Bibl.: Cammarota, Futurismo, 249.1 e 249.5