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Libri antichi e moderni

Simone De Saint-Bon E Benedetto Brin

LA QUISTIONE DELLE NAVI. (Assieme a) LA NOSTRA MARINA MILITARE.

Loescher, Bocca, 1881

90,00 €

Bacbuc Libreria

(Roma, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1881
Luogo di stampa
Torino, Roma
Autore
Simone De Saint-Bon E Benedetto Brin
Editori
Loescher, Bocca
Soggetto
MILITARIA, MARINA
Lingue
Italiano

Descrizione

Due opere riunite in un volume (22 cm) di 93-(3)pp e 213 pagine, Mezza tela coeva con titoli dorati al dorso. Due opere fondamentali nella storia della marina militare italiana moderna. -Simone de Saint-Bon (1828-1892): Allievo della Scuola di Marina di Genova a 14 anni, partecipò a tutte le campagne risorgimentali, guadagnando a Gaeta la croce di cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia e nel 1866 la Medaglia d’oro al valor militare "per la sua eroica condotta a San Giorgio di Lissa, al comando della R. Nave Formidabile." Autore nel 1863 dell'opuscolo "Pensieri sulla marineria militare", che dimostrava la necessità di dotarsi di navi corazzate, riuscì a far sì che il Ministero della Marina abbandonasse il programma di costruzioni appena preso in considerazione, che prevedeva 12 vascelli di legno, e passasse a dotarsi di corazzate. Promosso contrammiraglio nel 1873, fu Ministro della Marina dal 1873 al 1876, riorganizzando radicalmente la flotta. Si devono infatti a lui l'introduzione delle navi classe Caio Duilio, progettate da Benedetto Brin, e dei relativi armamenti pesanti, la prosecuzione degli studi sulle torpedini, l'introduzione del siluro e la nascita della specialità Torpedinieri nella Regia Marina. - Benedetto Brin (1823-1898): Entrato in servizio nella Marina sarda nel 1853 come ufficiale del Genio navale, nel 1864 pubblicò un articolo in cui dimostrava l’ineluttabilità del passaggio alle navi corazzate, trovandosi così sulla stessa linea di Simone Pacoret de Saint-Bon. Promosso direttore delle costruzioni navali nel 1871, collaborò con Saint-Bon, divenuto ministro della Marina. Fu deputato per i collegi di Livorno e Torino nelle legislatura dalla XII alla XX. Ricoprì la carica di ministro della Marina dal 1876 al 1878, poi dal 1884 al 1891. Divenuto ministro degli esteri nel 1892-93, conservò interinalmente il portafoglio della Marina, che riebbe come titolare dal 1896 fino alla morte, due anni più tardi. Punto principale del pensiero di Brin era che il possesso di navi non bastava, anzi non serviva, se non si era in grado di costruirle, fabbricandone ogni minimo componente colle risorse nazionali. Per questo fu un acceso fautore del protezionismo che portò alla nascita dell’industria pesante italiana. Fu lui a promuovere lo sviluppo degli stabilimenti di Venezia e Pozzuoli, fu lui a volere la nascita delle Acciaierie di Terni, poste all’interno del Paese non solo per sfruttare l’energia idraulica della vicina cascata delle Marmore, ma soprattutto per renderle impossibili da colpire dal mare. Fu lui, infine, a imporre lo sviluppo delle fabbriche di motori navali, la creazione della base di Taranto, la costruzione dei nuovi bacini dell'Arsenale della Spezia, la riorganizzazione dell’amministrazione e della contabilità della Marina e la fusione delle Scuole di Marina di Napoli e Genova in una sola Accademia navale a Livorno. Alla sua morte, nel 1898, su 202 unità in servizio nella Regia Marina, ben 141 erano state ordinate – e in gran parte progettate - da lui.
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