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Libri antichi e moderni

Visconti Venosta Giovanni

La partenza del crociato. Acquarelli di Adolfo Magrini, 1920

Casa Editrice Bietti, 1920

40,00 €

Gilibert Galleria Libreria Antiquaria

(Torino, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1920
Luogo di stampa
Milano
Autore
Visconti Venosta Giovanni
Editori
Casa Editrice Bietti
Soggetto
Letteratura italiana, Poesia umoristica e giocosa, Illustrati
Sovracoperta
No
Stato di conservazione
In ottimo stato
Lingue
Italiano
Copia autografata
No
Print on demand
No
Condizioni
Usato
Prima edizione
No

Descrizione

In-16°, pp. (4) + 16 tavv. di Magrini a colori impresse al solo recto di altrettanti fogli, con le strofe della poesia di Visconti Venosta in calce alle illustrazioni. Brossura editoriale con illustrazione xilografica. Bell'esemplare. Prima edizione illustrata dal Magrini. La celebre poesia avente a protagonista il 'prode Anselmo' era apparsa in precedenza all'interno dei 'Ricordi di Gioventù'. Il Visconti Venosta (Milano, 1831-ivi, 1906) la compose quasi per caso, allorché, nel 1856, uno studente di Tirano, dove soggiornava, si rivolse a lui per un suo mancato compito scolastico, appunto una poesia che doveva avere per tema la partenza di un crociato per la Palestina. Lo scherzo poetico del Visconti Venosta divenne ben presto proverbiale. 'Sulla fine di quell'autunno 1856 scrissi uno scherzo poetico, al quale non è mancata una certa notorietà e che rammenterò qui seguendo l'ordine cronologico della mia narrazione. Eravamo vicini alla riapertura delle scuole, e un giorno una buona donna, che abitava presso la nostra casa di Tirano, venne da me conducendo un suo figliuolo che era scolare di ginnasio, credo a Como. La madre mi disse che quel suo figliolo era tutto mortificato, perché non gli era riuscito di fare uno dei compiti autunnali datigli dal professore: veramente lo aveva principiato, ma non aveva saputo andare innanzi. Il ragazzo quasi piangeva, e io, lasciandomi intenerire, mi offersi di finirgli quel disgraziato compito. Da quel giorno il Crociato peregrinò lungamente a mia insaputa, e me lo trovai dinnanzi ogni momento, ora diminuito, ora accresciuto, e spesso spropositato'.
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