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Libri antichi e moderni

[Borgese, Giuseppe Antonio]

La canzone paziente 1902 - 1908

a cura di Riccardo Ricciardi (Tipografia S. Morano),, 1910

1500,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1910
Luogo di stampa
Napoli,
Autore
[Borgese, Giuseppe Antonio]
Pagine
pp. XIII [3] 92 [4].
Editori
a cura di Riccardo Ricciardi (Tipografia S. Morano),
Formato
in 16°,
Edizione
Edizione originale.
Soggetto
Poesia Italiana del '900
Descrizione
copertina originale in brossura azzurro carta da zucchero stampata in nero ai piatti e al dorso (titolo in verde al piatto superiore) interamente conservata alla francese entro preziosa legatura in pieno marocchino lilla con inquadramenti in oro ai piatti, dorso a cinque nervature con elaborate decorazioni in oro, dentelle lavorate in oro ai piccoli ferri e risguardi in bellissima carta pavonata;
Prima edizione

Descrizione

LIBRO Edizione originale. Straordinario esemplare: la copia del critico letterario e studioso Achille Pellizzari (1882-1948), conservata dal possessore quale cimelio da collezione entro legatura di grande pregio “alla francese”, che racchiude al suo interno la copertina originale intera. Numerosi gli interventi autografi dell’autore, tra i quali merita di essere evidenziata particolarmente la «Postilla dell’autunno 1915» apposta in calce alla prefazione. In questo scritto, molto probabilmente inedito, vergato in versi e con l’emistichio oraziano «Naturam expellas furca» in epigrafe, Borgese sembra ripensare profondamente, fino a sconfessarlo, il netto rifiuto della poesia espresso nella prefazione del 1910: «L’ossequio ai finti saggi | cui m’ero dato in balia | rinnegavo con martiri | autocritici ed oltraggi | suicidi la poesia | e me stesso, lacerandomi in esemplare karakiri [sic]. | Ma la natura non tollera | metaforici suicidi, | né permette che gli allori | facciano utili cipolle. | Presto o tardi, se la sfidi, | ti dà scacco nel dilemma: o sii quello che sei, o muori». Inoltre: firma autografa al frontespizio, nello spazio usualmente riservato al nome dell’autore che è lasciato vuoto nella stampa; indicazione “ad personam” al colophon, con aggiunta la nota controfirmata «le copie n. 5, 98 e 99 sono senza firma autografa dell’editore»; lunga dedica autografa alla prima carta bianca, seguita da autografo della moglie di Borgese, Maria Freschi: «All’amico Achille Pellizzari con preghiera di tenere per sé il volumetto; di ricordarsi che sono versi di primissima gioventù, rifiutati dall’autore già sei anno or sono: di considerarli come un documento autobiografico — interessante per quelli che mi vogliono bene — o, tutt’al più come un vago preannunzio di ciò che, spero, verrà in seguito. | Roma, via Paisiello 15 | GA Borgese | Si approva quanto sopra | Maria Borgese». Rarissima opera prima poetica, pubblicata anonima in «soli C [100] esemplari fuori commercio numerati e firmati a mano», come recita la nota a scaletta stampata in quarta di copertina, e ciascuno dedicato “ad personam” sempre a mano al colophon. Raccolta di versi composti dall’autore ventenne nei primi anni del Novecento, quando cioè Borgese prendeva a pubblicare i primi significativi saggi di critica letteraria sul «Regno», sul «Leonardo» e sulla «Nuova antologia». Come spiega l’autore nella prefazione al libro, sempre anonima e datata in calce «Primavera del 1910», «la vena, che nemmen da principio proruppe impetuosa ed abbondante, si andò gradatamente assottigliando, ed alla fine s’inaridì»; Borgese torno sui suo componimenti nel 1907, su consiglio di amici e dell’offerta dell’editore Ricciardi, ma il lavoro di correzione condusse il già incerto autore in una spirale negativa fino alla decisione di negare la pubblicazione dell’opera: «Ma volli accettare il consiglio più temperato di alcuni amici, i quali, poiché il libretto era già in massima parte stampato, mi persuasero a farne un’edizione non venale in cento copie».
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