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Libri antichi e moderni

[Unità] (Direttore Gaetano Salvemini)

L’Unità. Problemi della vita italiana

Stabilimento Tipografico Aldino [poi: Officina Poligrafica - Italiana e Stabilimento Tipografico Garroni],, 1911-1920

3000,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1911-1920
Luogo di stampa
Firenze [poi: Roma],
Autore
[Unità] (Direttore Gaetano Salvemini)
Pagine
pp. [4/6, con numerazione progressiva per le prime quattro annate].
Editori
Stabilimento Tipografico Aldino [poi: Officina Poligrafica, Italiana e Stabilimento Tipografico Garroni],
Formato
50 x 35 cm; poi, dal 1916: 40 x 29,5 cm;
Edizione
Edizione originale.
Soggetto
Politica
Descrizione
giornale autocopertinato,
Prima edizione

Descrizione

PERIODICO Edizione originale. Rara collezione in oltre 300 fascicoli sciolti dal 1911 al 1920 mancante dei seguenti numeri: 1, 15, dal 23 al 31, 35, 40, 41, 44, 45 e dal 50 al 53 dell’Anno I; 37, 38 e 39 dell’Anno II; 1 e 4 dell’Anno V; 6, 10, 12, 14, 15, 16, 17, 18, 21, 23, 25, dal 28 al 36, dal 39 al 45, 47 e 48 dell’Anno VI; 28, 29 e 30 dell’Anno VII; 28, 31, 32, 35 e 38 dell’Anno IX. Anni III, IV e VIII completi. Fascicoli complessivamente in stato più che buono, alcuni estesamente bruniti e con mancanze perimetrali (si segnala in modo particolare una mancanza importante all’angolo superiore destro del numero 3 del 1916, Anno V). Pecette postali (Anni II, III e IV destinati al poeta Angelo Barile) e timbri alle prime carte. Fondato nel 1911 a Firenze da Gaetano Salvemini dopo la sua uscita dal P.S.I. e la fine della collaborazione con «La Voce» per l’appoggio della rivista di Prezzolini alla Guerra in Libia, il settimanale «L’Unità» - attivo fino al 1920 – rappresenta un documento fondamentale per comprendere il dibattito politico di quegli anni densissimi e terribili, preparatori al primo conflitto mondiale e da quest’ultimo segnati. Inaugurato il 16 dicembre 1911 con un editoriale chiarissimo nel colpire, con uguale forza, tanto la compagine nazionalista-conservatrice sostenitrice della Guerra italo-turca per la conquista di Tripoli quanto il pacifismo fiacco e “sentimentale” degli esponenti e degli organi di stampa socialisti (di fatto incapace di convincere l’opinione pubblica dell’insensatezza di quell’impresa), a ridosso dell’ingresso italiano nella prima guerra mondiale del 24 maggio 1915 la posizione di Salvemini e del suo giornale si fece invece apertamente interventista. Convinto che la partecipazione bellica avrebbe rappresentato un giusto proseguimento delle istanze risorgimentali contro le forze imperialiste e reazionarie austro-germaniche, il politico e accademico pugliese scrisse nelle righe introduttive al numero 22 del 28 maggio 1915: «Non possiamo continuare a pesare il pro e il contro, a criticare, a polemizzare, a fare opera di coltura a lunga scadenza, mentre tutte le forze della patria devono essere concentrate ad un fine solo immediato: agire, vincere». Attivo egli stesso per alcuni mesi al fronte – con «L’Unità» di nuovo pubblicata dal dicembre del 1916 e per soli quattro numeri in quell’anno -, al termine del conflitto Salvemini fu eletto deputato e riprese il proprio ruolo di docente di Storia all’Università di Firenze. Inizialmente corteggiato da Mussolini, lo spirito autenticamente democratico di Salvemini si concretizzò al contrario in una costante opera di avversione e denuncia del regime (accompagnato in quel periodo da una uguale foga anticomunista), divenendo uno stabile e riconosciuto punto di riferimento dell’antifascismo italiano di stampo liberal-socialista anche durante l’esilio americano (durato dal 1934 al 1943, periodo in cui fu professore di Storia della civiltà italiana ad Harvard).
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