Dettagli
Editori
Edizioni All'Insegna del Giglio 2013
Curatore
: Donato Labate, Mauro Librenti
Soggetto
Fonti e documenti-Archeologia e cultura materiale
Descrizione
76 pagine. Ill. b/n, 8 tavv. a colori f.t. Brossura. cm 21 x 29,7 x 0,6. gr 320. Collana: Quaderni di Archeologia dell'Emilia Romagna, 32. Commento dell'editore: Gli scavi condotti a Spilamberto tra il 2007 e il 2008 all'Ospitale di San Bartolomeo testimoniano non solo di un'attività particolarmente intensa e felice, anche e particolarmente nella provincia di Modena, della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna nel primo decennio del nuovo millennio, ma soprattutto affermano una prassi operativa ormai esemplare dal punto di vista della metodologia d'intervento, svolto in diverse fasi strettamente collegate, e che ha visto ancora una volta la piena collaborazione del comune di Spilamberto. In un primo momento, dopo la prima segnalazione del benemerito e storico Gruppo dei Naturalisti di Spilamberto, si è proceduto all'analisi preliminare con una serie di trincee che hanno consentito di evidenziare le potenzialità archeologiche del sito. Ben 17 trincee hanno posto in luce l'esistenza di edifici di età medioevale e di una necropoli connessa. Successivamente si è proceduto allo scavo estensivo dell'area. Si sono così delineate le caratteristiche di un complesso pienamente medioevale di carattere religioso, collegato con la viabilità tra il Modenese e la Toscana, e legato alla prima fase di vita del centro di Spilamberto, probabilmente al momento della fondazione del Castello ad opera dei Modenesi nel 1210, se non ancora prima, al tempo del Marchese Bonifacio. Si tratta di un Ospitale collegato ad una chiesa e ad edifici rurali dedicato a S. Bartolomeo e che continuò ad essere utilizzato a giudicare dai reperti archeologici raccolti in sito fino al XIV secolo. Di particolare interesse è risultato inoltre lo scavo della necropoli affiancata alla chiesa, con oltre 40 tombe, tra cui due pellegrini iacobiti riconoscibili dalla conchiglia con cui adornavano il proprio abbigliamento. Con questo volume, che arricchisce la collana di studi della Soprintendenza, si conclude in qualche modo, tutta l'operazione di scavo con la pubblicazione dei dati a cura degli scavatori, archeologi professionisti che hanno svolto con capacità i propri compiti, con i dati geologici e antropologici e con il contributo critico di Mauro Librenti per l'archeologia medioevale e la valutazione storica dell'importanza degli ospitali nel contesto italiano e di Donato Labate, vero deus ex machina dell'archeologia di Modena e mio co-direttore di scavo all'epoca dell'intervento, per l'analisi topografica e delle fonti storiche e archivistiche. È un vanto della Soprintendenza per i beni Archeologici dell'Emilia Romagna avere proseguito nella promozione e nella valorizzazione dell'archeologia medioevale, che tanta importanza ha avuto in Italia negli ultimi decenni per la riproposizione sistematica del metodo stratigrafico, secondo l'insegnamento del compianto Riccardo Francovich e l'opera che Sauro Gelichi ha svolto in questa regione negli anni Ottanta e Novanta come funzionario archeologo e nel decennio trascorso con le concessioni di scavo dell'Università di Venezia. Direttore Generale per le Antichità, Luigi Malnati