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Libri antichi e moderni

Enrico Monti

KAPPUSTA

VALENTINO, 2004

23,39 € 25,99 €

Studio Maglione Maria Luisa

(Napoli, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
2004
ISBN
9788887642032
Luogo di stampa
ISCHIA (NA)
Autore
Enrico Monti
Volumi
1
Collana
Mediterranea
Editori
VALENTINO
Formato
22 cm
Soggetto
Biografie, Memorie, Letteratura concentrazionaria, Narrativa, Fascismo, Nazismo, Campi di concentramento, Seconda Guerra Mondiale
Descrizione
BROSSURA
Sovracoperta
No
Stato di conservazione
Nuovo
Lingue
Italiano
Legatura
Brossura
Prima edizione

Descrizione

DISPONIBILITÀ GARANTITA AL 99%; SPEDIZIONE ENTRO 12 ORE DALL'ORDINE. RIMANENZA DI MAGAZZINO PARI AL NUOVO. LIEVISSIMI SEGNI DEL TEMPO.

Seduto una sera dello scorso anno avanti alla televisione, osservavo in silenzio un filmato sulla guerra del Vietnam, che rappresentava, in forma eloquente, la tragedia di quel disgraziato popolo. Si vedevano, fra l’altro, gruppi di persone, per lo più donne, vecchi e bambini, con le loro poche cose e persino assieme ad animali, in viaggio di trasferimento su camion, su mezzi di ogni genere, nell'ansia di sottrarsi alla furia omicida di quel mostro che puntualmente tutto e tutti divora: la guerra.
Sono automaticamente riandato, coi ricordi, alla mia, alla nostra prigionia,che cominciò, or sono trenta anni, e si protrasse, per circa due anni, nel territorio del Terzo Reich. Anche in altre occasioni, all'epoca mi pare del conflitto coreano, per non parlare di conflitti più limitati, in epoca anteriore o posteriore, avevo avuto modo di rinfrescare, sempre attraverso la visione di inserti filmati, di per sé sufficientemente indicativi dello stato di abiezione morale che colpisce l’uomo in conflitto col suo simile, la mia, la nostra tragedia, e tuttavia, mai mi era parso degno di considerazione il suggerimento di fissare, in uno scritto, le peripezie subite dal dì della cattura fino alla liberazione, ad opera delle forze armate americane in Germania nel lontano 10 aprile 1945. Perché il dolore è essenzialmente anonimo, in epoca di tragedia per questo o quel popolo, o per tutti insieme e le vicende dei singoli si annullano nel grande crogiolo della catastrofe collettiva.

Ma ora che, in una situazione mondiale così incerta, i conflitti armati sia pure per fortuna circoscritti, apportando lacrime e lutti qua e là nel globo, e dispensando per tutti insegnamenti negativi e di miseria morale sembrano purtroppo ritornati di attualità; nel momento in cui un insano materialismo par che prenda ciascuno di noi, con l’annullamento di ogni riferimento spirituale, sul piano individuale o sociale, ho ritenuto opportuno che i giovani, in cui è riposto per ciascun popolo il proprio avvenire, ulteriormente abbiano a sapere di certe amare esperienze, toccate in epoca lontana, ma non troppo, a fratelli meno fortunati di loro, per trarne domani, ex informata conscientia, nell'evolversi dei tempi e dei costumi, oltre che dei destini dei popoli, le considerazioni e i suggerimenti più sani per sé e per gli altri.

Nella stesura del testo non ho ubbidito ad intenti di carattere storico o a tentazioni di natura letteraria né tanto meno fatto opera di denigrazione o di vendetta per quelli che allora erano i nostri nemici ed aggiungerei per gli appartenenti allo stesso Partito Fascista o Nazista.

Ho narrato così come ho sentito, come avrebbe fatto ciascuno in una conversazione scevra da impegni particolari, con un conoscente o un amico. I riferimenti che possono sembrare dettati da moti di profonda avversione, sono il frutto di uno stato d’animo di quei momenti, residui sussulti di un io cosciente in via di completo obnubilamento. La narrazione dei fatti, infine, si ispira a ricordi che non si sono e non si potranno mai più cancellare dal mio spirito anche se è naturale, direi inevitabile, che dopo trenta anni alcuni particolari possono essere stati appannati o modificati alla mia memoria. Ma trattasi di fenomeno di poco conto perché la ricostruzione della tragedia è fedele. L’intero lavoro abbraccia due parti: la prima si riferisce al trasferimento in carro bestiame da Napoli a Lehrte e di qui il suo titolo: Cavalli otto - Uomini quaranta; la seconda, che dà l’impronta all'intera narrazione, tratta invece delle esperienze della prigionia vera e propria, fino all'uscita dal campo di Holzmindem. Nell'affidare al lettori, ai giovani soprattutto, il giudizio critico sui fatti esposti, mi sorregge la speranza che essi mi onoreranno della loro attenzione,
perdonandomi involontarie lacune o riferimenti imprecisi, sempre possibili nella ricostruzione di eventi coperti dalla polvere del tempo. Se sarò comunque riuscito a farli riflettere, mi parrà di non aver compiuto opera inutile e di avere, in qualche guisa, onorato il sacrificio di quanti, tra quei nostri sventurati fratelli, ebbero sorte più cruda: sconosciuti, perirono, nell'ansia e nel convincimento di contribuire a
formare una società migliore.

“Kappusta” fu pubblicato dalla casa editrice Longanesi negli anni ‘70 e fu un successo editoriale con decine di migliaia di copie vendute.
In quel periodo – era uno dei best seller italiani sulla tragica esperienza dell’Olocausto insieme al libro di Primo Levi “Se questo è un uomo”.

Nel 2004 – vincendo le resistenze dell’autore, personaggio schivo e difficile – riuscimmo a ripubblicarlo in una veste nuova e aggiornata. Eravamo convinti infatti che “Kappusta” rappresentava non solo uno spaccato particolarmente rappresentativo di un periodo storico denso di avvenimenti drammatici come la seconda guerra mondiale, ma anche l’esperienza più tragica e struggente di quel periodo vissuta da un ischitano.

Il linguaggio crudo e diretto ma soprattutto il diario delle sue esperienze fanno di “Kappusta” un libro straordinario che avevamo il dovere di trasmettere alle nuove generazioni di ischitani come monito contro la guerra, il razzismo e i suoi orrori.
Oggi, per fortuna, la guerra e la sua follia sono vissute e viste soltanto in televisione e sui giornali come un accadimento lontano.
“Kappusta” ci ricorda come quell'orrore ci toccava da vicino e sconvolgeva le vite dei nostri genitori e dei nostri nonni.

Descrizione bibliografica
Titolo: Kappusta
Autore: Enrico Monti
Editore: Ischia (NA): Valentino Comunicazione, Gennaio 2004
Edizione: Ristampa dell’edizione Longanesi 1975
Lunghezza: 332 pagine; 22 cm
ISBN: 8887642036, 9788887642032
Collana: Mediterranea
Soggetti: Biografie, Memorie, Letteratura concentrazionaria, Storie vere, Racconti, Narrativa contemporanea, Seconda Guerra Mondiale, Internati, Esperienze, Testimonianze, Fascismo, Nazismo, Campi di concentramento, Prigionieri, Lager, Shoah, Ebrei, Prigionia, Rastrellamenti, Treni, Nazionalsocialismo, Terzo Reich, Tedeschi, Germania, Napoli-Cassino, Viaggio, Lavori forzati, Libri Vintage, Fuori catalogo, Libri rari, Diario, Ricordi, Testimoni, Resistenza, Libertà, Biographies, Memoirs, Concentration literature, True stories, Stories, Contemporary fiction, World War II, Internships, Experiences, Testimonies, Fascism, Nazism, Concentration camps, Prisoners, Jews, Captivity, Mopping up, Trains, National Socialism, Third Reich, Germans, Germany, Naples, Travel, Forced labor, Out of print books, Rare books, Diary, Memories, Witnesses, Resistance, Freedom

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