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Libri antichi e moderni

Coudrette, Christophe, Débonnaire, Louis, Modotod, Natale (Traduttore)

Idea generale de' vizi principali dell'iIstituto de' Gesuiti. Cavata dalle loro costituzioni, e dagli altri titoli della loro Compagnia; unito con: Parallelo della morale de' Gentili con quella de' Gesuiti

s. e., 1762-1763

600,00 €

Bosio Giovanni Studio Bibliografico

(Magliano Alpi, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1762-1763
Luogo di stampa
Lugano; Lucca
Autore
Coudrette, Christophe, Débonnaire, Louis, Modotod, Natale (Traduttore)
Editori
s. e.
Soggetto
gesuiti, giansenismo, rari
Sovracoperta
No
Copia autografata
No
Print on demand
No
Condizioni
Usato
Prima edizione
No

Descrizione

Due opere legate in 16° (cm 10,2 x 17), legatura mezza tela posteriore, pp 102 per la prima opera; pp 335, (3) per la seconda. Esemplare in buone condizioni, rade macchie e lievi bruniture. Per il nome dell'A. della prima opera, Christophe Coudrette, cfr. Barbier, A.A. Ouvrages Anonymes, II, col. 880. SBN censisce, sempre per la prima opera, un esemplare di edizione 1762 in traduzione italiana di 96 pp. La seconda opera ha come A. originale, per l'edizione francese, Louis Débonnaire, oratoriano francese, dottore della Sorbona e ardente giansenista, nato a Troyes, morto a Parigi nel 1752. Prima edizione dell'opera, in lingua originale: 'Parallèle de la morale des Jesuites et de celle des Païens', Troyes, 1726; SBN censisce tre esemplari della traduzione italiana, nessuno del testo originale. Affascinante raccolta di due opere che ideologicamente si completano, in rare traduzioni italiane, frutto della diatriba tra gesuiti e giansenisti: entrambi gli A. sono ardenti nemici dei Gesuiti, ai quali vengono rimproverati 'inaudite e stravaganti precauzioni', dettate dall'ipocrisia, per impedire mutamenti e alterazioni del loro Istituto da parte dei Sovrani di non importa qual Nazione, mentre nello stesso tempo avanza la pretesa di mutare a sua discrezione regole e statuti, ove ciò più loro convenga. L'arbitrio e l'autonomia all'interno degli Stati del potente Ordine sono visti come fattore di pericolo per la stabilità del potere regale e degli organi giurisdizionali. Il primo libello in particolare, lancia strali con veementissime accuse ai Gesuiti di attentare alla persona stessa del Re, oltre alla sua autorità, di attaccare l'Autorità Episcopale e quella dei Parrochi, nonchè a quella stessa dei Papi. Significativa e violenta documentazione, testimonianza delle polemiche in seno all'autorità ecclesiastica, che condussero all'abolizione dell'Ordine di lì a poco tempo.