Guglielmo il Conquistatore

372 pagine. Rilegato in tela con sovracoperta. VOLUME IN BUONE CONDIZIONI, PICCOLI STRAPPI ALLA SOVRACOPERTA. Le piccole storie illustrate, 71. Seconda / terza di copertina: L'uomo che concepì e realizzò l'audace piano d'invadere l'Inghilterra non fu certamente un comune condottiero medievale, ma un genio potente e originale. Divenuto duca di Normandi all'età di otto anni, il bastardo di Roberto il Magnifico e di Arlette, figlia di un conciapelli di Falaise, dovè infatti ben presto dar prova delle sue eccezionali doti di energia, sostenendo una dura lotta prima con i suoi baroni ribelli e poi contro il suo stesso signore, il re di Francia, preoccupato della crescente potenza del suo troppo intraprendente vassallo. Anche il suo matrimonio fu il risultato di un atto di sfida al divieto opposto dal Papa. Ma la sua fama è legata soprattutto al nome di una battaglia celebre, Hastings, che doveva cambiare il corso della storia inglese, inserendo il nuovo regno di Guglielmo nel mondo europeo, nel quale era destinato a svolgere un ruolo sempre più importante. Le contrade della Normandia che furono teatro delle sue prima fortunate imprese conservano ancora le memorie della sua potente personalità. I luoghi menzionati nei primi capitoli del libro possono essere identificati ancora: il castello di Falaise in cui Arlette visse il suo idillio con Roberto il Magnifico, nonostante le molteplici modificazioni apportate alla sua struttura originale, si presenta anche oggi come un magnifico edificio diroccato; Alençon e Le Mans serbano le vestigia delle città assediate da Ggulielmo; il monastero di Bec, in cui Guglielmo incontrò Lanfranco, il futuro arcivescovo di Canterbury, sta lentamente risorgendo dalle sue suggestive rovine presso Brionne; a Bayeux è visibile il famoso tappeto che ricorda la conquista dell'Inghilterra, e infine a Caen le due abbazie fatte costruire da Matilde e Guglielmo e in cui essi sono sepolti hanno sopravvissuto a guerre e rivoluzioni. Questa biografia è stata ispirata all'autore dalle vivide impressioni ricevute nel corso di un soggiorno di alcuni anni nelle terre dei Normanni ed è appunto il senso della presenza del passato che egli è felicemente riuscito ad immettere nelle sue pagine, pur senza mai sacrificare lo scrupolo della più fedele aderenza alla verità storica.