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Libri antichi e moderni

Marco Mazzeo

«Fare teatro con le cose». Wittgenstein filosofo della percezione

Quodlibet, 2025

19,00 € 20,00 €

Quodlibet

(Macerata, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
2025
ISBN
9788822922786
Autore
Marco Mazzeo
Pagine
192
Collana
Quodlibet studio. Filosofia del linguaggio
Editori
Quodlibet
Formato
138×214×19
Soggetto
Wittgenstein, Ludwig, Filosofia occidentale: dal 1800 in poi, Filosofia del linguaggio, XX secolo, 1900–1999
Stato di conservazione
Nuovo
Lingue
Italiano
Legatura
Brossura
Condizioni
Nuovo

Descrizione

L’Homo sapiens gode di un tratto distintivo: può cambiare punto di vista e percepire nuovi aspetti della vita. Oggi, questa facoltà pare congelata in un eterno presente. Per affrontare un tema quantomai decisivo, Ludwig Wittgenstein offre un’intera cassetta di attrezzi. Secondo il filosofo, infatti, gli esseri umani percepiscono quel che li circonda secondo angoli prospettici sorprendenti non solo in casi eccezionali (l’arte o il delirio), ma nei contesti più abituali. Nel gioco tra due bimbi qualsiasi, una cassa diventa una casa; nella noia del traffico quotidiano, riconosco all’improvviso il volto di un amico perduto; nel ritoccare un disegno scopriamo che sul foglio quei tre semplici segmenti ritraggono a egual titolo un triangolo e un buco nella carta, un cuneo o una montagna. Nell’esperienza ordinaria, la capacità umana di «percepire come» è in grado di destabilizzare occhi e naso, orecchie e mani. Il libro ricostruisce la varietà degli ambiti antropologici nei quali è possibile apprezzare gli ingranaggi di un’«etica della percezione» che stravolga la nostra forma di vita: nella prova matematica e nella omonimia verbale, nell’uso di fiabe e bambole. Lo studio scrupoloso delle fonti, edite e inedite, mostra che lo stile di scrittura di Wittgenstein è ben lontano dal rispondere a un vezzo compiaciuto. Sonda con rigore, invece, le profondità del problema. Cercare un’alternativa all’aforisma e al trattato argomentativo tradizionale significa vedere il mondo secondo traiettorie inedite. Fare, finalmente, «teatro con le cose».
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