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Libri antichi e moderni

Fénelon, François Salignac De La Mothe

Dialogues des grands hommes aux Champs Élisées, appliquez aux moeurs de ce siécle. Par l'auteur de Telemaque [i.e. F. de Salignac de la Mothe Fénelon].

Chez Guillaume Fricx, 1713

200,00 €

Bosio Giovanni Studio Bibliografico

(Magliano Alpi, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1713
Luogo di stampa
Paris/Bruxelles
Autore
Fénelon, François Salignac De La Mothe
Editori
Chez Guillaume Fricx
Soggetto
filosofia
Sovracoperta
No
Lingue
Francese
Copia autografata
No
Print on demand
No
Condizioni
Usato
Prima edizione
No

Descrizione

In 16° (cm 9 x 16), cartonatura coeva con titolo calligrafato al dorso, pp xxv, 324, frontespizio con titoli in rosso e nero, graziosi fregi floreali, testatine, finalini. Esemplare in buone condizioni, in barbe, firma coeva di appartenenza al frontespizio, genuino come appena uscito dai torchi. Edizione peraltro sconosciuta alle bibliografie più importanti, ove si trova censita l'edizione con nome dell'A. con titolo 'Dialogue des morts composés pour l'éducation d'un prince' (prima edizione Paris, Delaulne, 1713; ma 1712 per Barbier, col. 949). Probabilmente si tratta di rara contraffazione, uscita sull'onda del successo dell'edizione originale. Il Privilegio per l'opera data del 17 maggio 1711; quattro 'Dialoghi', sui quarantacinque presenti, erano apparsi clandestinamente nel 1700, con falso luogo di stampa: Cologne, P. L'Enclume (Incudine: ironica variante di Pierre Marteau, il fantomatico tipografo di tante opere proibite). Fénelon, il brillante predicatore (lo fu, si dice, dall'età di quindici anni), fu precettore del duca di Bourgogne, nipote di Luigi XIV; per facilitare l'apprendimento del Delfino, alla maniera del greco Luciano il precettore immagina che gli Eroi antichi si ritrovino negli Inferi per conversare sui loro burrascosi trascorsi; il tono è brillante e scherzoso: leggendo queste fiabe, si è catturati dallo stile proprio del vescovo di Cambray (1651-1715), protagonista di traversie dogmatiche a causa del suo penchant per il molinismo, e per l'opera 'Télémaque', confiscata da Luigi XIV perchè specchio allegorico della sua Corte; idolatrato dai pupilli, dal popolo e dalle numerose dame sue corrispondenti, devote a Dio e al fascino dell'eloquente prelato. Ma dietro le frasi giocose emerge netta tutta una filosofia politica che F. si accingeva ad inculcare al fanciullo per farne un buon re, intessuta di veemente denuncia delle corruttele politiche e degli eccessi del potere assoluto. Ciò gli valse la disgrazia del Re Sole (e il duca di Bourgogne mai regnò, poichè morì a trent'anni) nonchè la messa all'Index della Chiesa nel 1699 per altre opere. Un esemplare censito in COPAC, nessuno in CCFr. Tchémerzine, Tome 5; Barbier, col. 949; Rahir Bibliothèque, p 425; Brunet 1219.