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Libri antichi e moderni

Bufalini Maurizio

Degli uffici più essenziali del clinico discorso di Maurizio Bufalini letto da lui nel dì 27 Aprie 1835, nelle Scuole dell’I. e R. Arcispedale di S. M. Nuovo di Firenze assumendo ivi la cattedra di Clinica Medica.

Presso la Tipografia Galileiana via Toscanella.,, 1835

35,00 €

Zanfrognini Antonio Studio Bibliografico

(Modena, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1835
Luogo di stampa
Firenze,
Autore
Bufalini Maurizio
Editori
Presso la Tipografia Galileiana via Toscanella.,
Soggetto
TORIA MEDICINA CLINICA OSPEDALI CESENA FORLì BOLOGNA FILOSOFIA, FIRENZE PRIME EDIZIONI
Lingue
Italiano

Descrizione

In 8° (21,5x14,5 cm); 15, (1) pp. Senza brossura ma non slegato. L’opera qui presentata in prima edizione stampata a Firenze dalla Galileliana è un vero e proprio trattato di filosofia della medicina nel quale l’autore ripercorre il senso della medicina clinica e dell’insegnamento della stessa che deve esser dottrina di osservazione pratica e non teorica. Maurizio Bufalini fu uno dei più importanti clinici italiani del XIX secolo oltre a senatore del Regno d’Italia. Nato a Cesena nel 1787, visse a lungo a Forlì fino a diventare Consigliere della Magistratura Municipale ed ad ottenere un titolo nobiliare. Dopo aver studiato medicina a Bologna, nel 1819 a Pavia, pubblicò un saggio, Fondamenti della patologia analitica, dove sostenne la necessità che alla base della scienza medica fosse posto l'esame dei fatti, invece della pragmatica allora dominante, che gli diede grande fama. Bufalini ebbe il merito di dare vita ad una scuola medica che lasciò un ampio retaggio, sia negli istituti universitari sia nelle condotte mediche. Nei suoi scritti giovanili elaborò un metodo di esame dei fatti che si articolava in quattro indicazioni di lavoro: la classificazione delle malattie, l'analisi dei sintomi, l'indagine delle cause e l'effetto terapeutico dei farmaci. Elaborò anche apprezzabili indirizzi in campo pedagogico-sociale (Della Benevolenza e dell'emulazione e della religione considerate come principii della morale educazione dei fanciulli, 1840; Sull'influenza educatrice della popolare istruzione, 1850). Vedeva con favore gli asili infantili, come luogo per promuovere l'educazione in comune, conciliando l'emulazione e la competizione con la solidarietà umana. Scrisse anche un celebre trattato sul rapporto tra libertà e scienza (Intorno alle cagioni del perfezionamento civile dei popoli, 1837), nel quale sosteneva che la libertà di stampa e di associazione non dovevano essere limitate, opera poco apprezzata dal potere dominante ma che ebbe grande diffusione e successo nel mondo intellettuale italiano risorgimentale. Scrisse anche interessanti ed importanti opere sulle nevrosi ed uno studio apprezzato sul tremore degli arti degli alcolizzati.