De Bayane Ferrarien. Reportationis Mercium.

Plachetta in folio (cm. 20 x 29) di 4 cc, in barbe, pagina iniziale sormontata da grande stemma papale silografico. Ottime condizioni, lievi bruniture, carta pesante filigranata e caratteri impressi con grande nitidezza. Vivace testo in latino, inframmezzato da citazioni in italiano, che descrive minuziosamente in cosa consiste il gioco della Lotteria: 'tra tanti, quasi infiniti generi di guadagno, questo è invalso in special modo ai nostri tempi.' Il solenne giudice De Bayane non pare aduso a indulgere a tali frivolezze, e curiosamente si sofferma a spiegare dettagliatamente il meccanismo del gioco: un certo numero di schedine, tutte a pagamento, sono 'utili', altre del tutto 'infruttuose', ma perseverando nei tentativi avviene che ciascun giocatore porti a casa un premio. Già da tempo Giuseppe Bomellio di Ferrara praticava questa attività, e aveva raccolto merci da più mercanti, di modo che 'si formasse uno splendido apparato di premi per coloro che avessero vinto'. Paolo Covio e Giovanni Mazzio consegnarono al Bomellio alcune merci, e 'dal Bomellio o dalla Fortuna, furono ingannati'. Infatti, 'sia per mala fede del Bomellio, sia per inattesa invidia della sorte, un finale del tutto infelice fu sortito da questa attività.'. Resoconto del mancato pagamento di due cambiali, -una di scudi 1072, per merci per la fiera di Senigallia del 1782, una di scudi 380- della causa dei creditori verso il Bomellio, e dei successivi ricorsi, in cui il giudice si compiace, nel corso della sentenza, di giocare maliziosamente sull'immagine della Fortuna arbitra della Lotteria, nonchè dell'esito della causa tra i tre contendenti. Rara e curiosa documentazione.