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Libri antichi e moderni

Pascoli Giovanni

Canti di Castelvecchio. Quinta edizione. Ottimo stato di conservazione.

Nicola Zanichelli,, 1910

50,00 €

Zanfrognini Antonio Studio Bibliografico

(Modena, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1910
Luogo di stampa
Bologna,
Autore
Pascoli Giovanni
Editori
Nicola Zanichelli,
Soggetto
SAN MAURO DI ROMAGNA LETTERATURA ITALIANA
Lingue
Italiano

Descrizione

In 8°(23x17); IX, 249, (1), pp. Brossura editoriale illustrata con titoli e splendida cornice e immagine xilografica di un campanile in nero al piatto anteriore, titoli e fregi xilografici in nero al dorso, incisione xilografica al piatto posteriore con immagine di una fontana zampillante e il motto: "tv bibis ipse gemo" ad opera del De Carolis. Testatine e finalini xilografici. Esemplare in barbe. Quarto volume della famosa raccolta delle poesie di Giovanni Pascoli edita da Zanichelli. Giovanni Agostino Placido Pascoli (San Mauro di Romagna, 31 dicembre 1855 - Bologna, 6 aprile 1912) è stato un poeta e accademico italiano e una figura emblematica della letteratura italiana di fine Ottocento. Pascoli, malgrado la sua formazione eminentemente positivistica, è, insieme a Gabriele D'Annunzio, il maggior poeta decadente italiano. Dal Fanciullino, articolo programmatico pubblicato per la prima volta nel 1897, emerge una concezione intima e interiore del sentimento poetico, orientato alla valorizzazione del particolare e del quotidiano e al recupero di una dimensione infantile e quasi primitiva. D'altra parte, solo il poeta può esprimere la voce del "fanciullino" presente in ognuno: quest'idea consente a Pascoli di rivendicare per sé il ruolo, per certi versi ormai anacronistico, di "poeta vate", e di ribadire allo stesso tempo l'utilità morale (specialmente consolatoria) e civile della poesia. "Il poeta è poeta, non oratore o predicatore, non filosofo, non istorico, non maestro, non tribuno o demagogo, non uomo di stato o di corte. E nemmeno è, sia con pace del maestro Giosuè Carducci, un artiere che foggi spada e scudi e vomeri; e nemmeno, con pace di tanti altri, un artista che nielli e ceselli l'oro che altri gli porga. A costituire il poeta vale infinitamente più il suo sentimento e la sua visione, che il modo col quale agli altri trasmette l'uno e l'altra [.] " (G. Pascoli - da Il fanciullino) Pur non partecipando attivamente ad alcun movimento letterario dell'epoca, né mostrando particolare propensione verso la poesia europea contemporanea (al contrario di D'Annunzio), Pascoli manifesta nella propria produzione tendenze prevalentemente spiritualistiche e idealistiche, tipiche della cultura di fine secolo segnata dal progressivo esaurirsi del positivismo. Complessivamente, la sua opera appare percorsa da una tensione costante tra la vecchia tradizione classicista ereditata dal maestro Giosuè Carducci e le nuove tematiche decadenti, cui si accompagna un notevole sperimentalismo metrico e fonetico. Esemplare in buone-ottime condizioni di conservazione.