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Libri antichi e moderni

Oxilia, Nino

Canti brevi

Umberto Spezia, Editore - Tipografia Torinese,, 1909

350,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1909
Luogo di stampa
Torino,
Autore
Oxilia, Nino
Pagine
pp. 143 [3].
Editori
Umberto Spezia, Editore - Tipografia Torinese,
Formato
in 16°,
Edizione
Prima edizione.
Soggetto
Poesia Italiana del '900
Descrizione
brossura stampata in nero e rosso ai piatti e al dorso,
Prima edizione

Descrizione

LIBRO Prima edizione. CON AUTOGRAFO. Ottimo esemplare, solo minime mende a al dorso. Dedica autografa dl’autore alla prima carta bianca. Opera prima, molto rara. «Dopo le acerbe esperienze poetiche di gioventù, Oxilia aveva continuato a comporre versi e, in una lettera dell’8 febbraio 1909, chiese a Razzola di fare da tramite con l’editore Spezia per la pubblicazione di una silloge. Il poeta, che si firmava “angiolo oxilia”, vi forniva indicazioni precise riguardo il formato del volume e la collocazione delle liriche, che voleva stampate solo sulla pagina di destra, secondo un modello che sosteneva di avere individuato in una edizione del “Canto novo” dannunziano. Le sue disposizioni vennero eseguite alla lettera, eccetto per il titolo, che da “Versi” (come voleva l’autore) fu mutato in “Canti brevi” (Torino 1909). La raccolta (l’unica personalmente curata dal poeta) comprendeva 61 componimenti senza titolo: Oxilia avrebbe dato all’editore 30 lire per il costo dell’operazione, mentre Spezia avrebbe trattenuto parte del ricavato delle vendite per coprire eventuali spese aggiuntive. L’epigrafe sulla copertina minimizzava sul valore dei versi contenuti nel volumetto, così rinnovellando un topos crepuscolare (quello dell’inutilità o della vergogna di essere poeti) attraverso una citazione da Gor’kij: «Sono cose così vecchie, così rancide, che non vale la pena di parlarne, a che pro?». Ma i motivi cari a quel gruppo torinese di poeti ‘all’ombra di Medusa’ (secondo una felice definizione di Carlo Calcaterra, il quale così indicava Gozzano, Carlo Vallini e Giulio Gianelli che seguivano le lezioni di Graf, autore della raccolta poetica “Medusa”) sono solo parzialmente recuperati da Oxilia. Nel suo crepuscolarismo [.] si intersecano anche esaltazioni di un erotismo sensuale prossimo a quello dannunziano delle “Laudi”» (Scalessa, voce DBI, vol. 80, 2014).