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Libri antichi e moderni

Bedeschi Lorenzo

Buonaiuti, il Concordato e la Chiesa. Con un'appendice di lettere inedite

Il Saggiatore, 1970

6,00 €

Barbacane Libri

(Udine, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1970
Luogo di stampa
Milano
Autore
Bedeschi Lorenzo
Pagine
pp. 469
Editori
Il Saggiatore
Formato
cm 21 x 15,5
Soggetto
religione, storia, storia contemporanea
Descrizione
brossura
Lingue
Italiano
Legatura
Brossura

Descrizione

Stato di conservazione: BUONO, copertina con qualche segno d'uso e leggermente scolorita, interno un po' ingiallito ma in ordine. I edizione. Collana La cultura.
Un dovizioso epistolario inedito di Ernesto Buonaiuti, comprensivo degli ultimi quarant’anni della sua vita, viene qui utilizzato per la prima volta. Compaiono così non pochi particolari ignorati d’una drammatica vicenda personale che indissolubilmente si intreccia per la eccezionale natura del personaggio con un periodo critico della nostra storia religiosa e civile, combaciando in particolare , con il fascismo e con il pontificato di Pio XI da una parte, con il pontificato di Pio XII e la rinascita democratica dall’altra.
Nell’epistolario si riverberano tutti gli avvenimenti nazionali della politica e della religione: dal delitto Matteotti alla caduta del regime, dalla scomunica di Buonaiuti ai Patti Lateranensi, dal rifiutato giuramento fascista alla guerra etiopica, dalla visita romana di Hitler al razzismo, dall’occupazione tedesca dell’Italia alla liberazione della capitale, con l’episodio delle fosse Ardeatine e del rispettivo comportamento vaticano.
Per quanto riguarda più da vicino Buonaiuti, nell’epistolario trovano un’impressionante documentazione le ostilità dei gesuiti e delle questure, delle curie e della cultura accademica. Braccato nel suo «ministero itinerante», a cui si assoggetta per impegno apostolico e per esigenze economiche, Buonaiuti appare un personaggio che sceglie volontariamente la più scomoda situazione per non compromettere la propria vocazione di riformatore «endocattolico» e di sacerdote intemerato. Ridotto alla miseria e costretto a vendere i libri della sua biblioteca per aver di che vivere accanto alla vecchia madre, rifiuta dignitosamente il ricorso agli amici abbienti. Estromesso dalla Chiesa del suo battesimo e spogliato con forza del segno esterno del suo sacerdozio, soffre per la «scarnificazione» e per la comunione venutagli meno; perciò mendica presso gruppi di credenti d’altra confessione di poter spezzare insieme il pane della Parola per il culto liturgico.
Le lettere inedite non solo esprimono la segreta passione dell'uomo, ma rivelano anche la sua coscienza profetica. Buonaiuti sa di lavorare per una Chiesa sotterranea, di cui pregusta i valori spirituali destinati a esplodere. Le sue confidenze intime, i suoi sfoghi d’anima, la sua insistenza sui carismi nel «popolo di Dio», lo mostrano alquanto diverso da quello polemico emergente dalle pagine della sua autobiografia: altrettanto ingenuo e disarmato quanto tenace e sicuro di una investitura ecumenica.
Naturalmente si precisa meglio anche il suo credo religioso non sempre armonizzabile con quello ufficiale. In ogni momento egli riafferma il primato della Chiesa-mistero in contrapposizione alla Chiesa-istituzione, rivendicando - contro il sacerdotalismo giuridico - il carismatismo dei fedeli, mentre rifiuta ogni razionalizzazione teologica o tomistica. E ne esce una figura umana dolce e severa, calda e comprensiva, drammatica e viva, che è poi quella conosciuta dai molti che a suo tempo lo hanno avvicinato.