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Libri antichi e moderni

Conte Da Monte

Antigono. Tragedia de l'ecc. M. Conte di Monte Vicentino

Per Comin da Trino di Monferrato, 1565

700,00 €

Coenobium Libreria

(Asti, Italia)
Chiusi per ferie fino al 07 Agosto 2025.

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1565
Luogo di stampa
Venezia
Autore
Conte Da Monte
Editori
Per Comin da Trino di Monferrato
Soggetto
simple, teatro

Descrizione

In 8 (cm 14 x 20), carte (4) + 59. Manca l'ultima carta bianca. Legatura antica in piena pergamena rimontata. Edizione originale di questa tragedia di ascendenza sofoclea e trissiniana, rappresentata nel 1565 a Venezia dalla Compagnia della Calza in un teatro in legno innalzato da Palladio nel Cortile del Monastero della Carita' dei Canonici Regolari (in seguito Accademia delle Belle Arti). L'A. del testo e' il Conte Pigatti, detto Conte di Monti, o da Monte, o Conte Pigatti da Monte. Fu medico e letterato, tenne la cattedra di medicina all'Universita' di Padova e fu Accademico Olimpico. La tragedia venne pubblicata a cura del poeta vicentino Gio. Battista Maganza, autore della dedicatoria iniziale al patrizio Francesco Pisani, proprietario peraltro del Palazzo di Montagnana, commissionato sempre al Palladio e costruito nel 1552. La tragedia narra la storia del re Aristobolo e di suo fratello Antigono, figli del defunto Ircano, re di Gerusalemme. Il re Aristobolo, reso sospettoso da false insinuazioni del fariseo Eleazaro, provoca, involontariamente, la morte del fratello Antigono; riconosciutane in seguito l'innocenza, muore a sua volta di dolore. A proposito del teatro edificato per la rappresentazione della tragedia a Venezia: "Fu commesso a Palladio di innalzare nel qui sopra indicato cortile della Carita' un magnifico teatro di legno. Federico Zuccaro lo dipinse con bei quadri, e lo spettacolo riusci' a perfezione. Era cosi' bello il teatro che lo si lascio' per alcuni anni in piedi, onde soddisfare la pubblica curiosita'. È da temersi che esso abbia dato materia al terribile incendio che alcuni anni dopo distrusse quella nobilissima parte del monistero" (G. Parma, "Arti belle dei Veneziani. Memoria", 1837, p. 75).
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