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Libri antichi e moderni

Ortese Anna Maria

Alonso e i visionari

Adelphi Edizioni, 1996

15,00 €

Mazzei Libreria Antiquaria

(Bagnone, Italia)

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Dettagli

Anno di pubblicazione
1996
Luogo di stampa
Milano
Autore
Ortese Anna Maria
Editori
Adelphi Edizioni
Soggetto
(Letteratura italiana - Narrativa - Prime edizioni)
Lingue
Italiano

Descrizione

In-8° (21,9 x 13,9 cm), pp. 246, (10), copertina editoriale illustrata. Normali tracce d'uso e del tempo alla copertina, in particolare, dorso leggermente scolorito e, alla quarta di copertina, segno rettangolare di 4,1 x 1,9 cm, di colore chiaro, lasciato dalla rimozione di un'etichetta adesiva. Alcuni piccoli, leggeri segni d'umido al taglio di testa, per il resto, ben conservato. Volume 94 nella collana «Fabula». Prima edizione. In copertina: Thomas Jones (1742-1803), Muro a Napoli. National Gallery, Londra. Risvolto. Alonso è un piccolo puma dell’Arizona. I «visionari» sono gli esseri che, via via, hanno la ventura di incontrarlo: un illustre professore italiano, ispiratore di terroristi e di altri «uomini del lutto»; i suoi figli, uno dei quali votato a una leggendaria clandestinità; un professore americano, che ha la terribile debolezza di voler capire e compatire. Tutti accomunati, nella loro funesta lucidità, da una sorta di pazzia che è come un «buco nella intelligenza, nell’azzurro, dal quale entrano il freddo e la cecità degli spazi stellari». La storia che li lega è un groviglio sconcertante – una «vera storia italiana», osserva sobriamente la narratrice e testimone. Ma il suo fondo è fatto «di silenzio e prodigio»: là dove vediamo apparire e scomparire le tracce del puma, oggetto di un odio irragionevole e di una persecuzione «da una petraia all’altra» o di un amore inerme. La vicenda procede scandita da rivelazioni che ogni volta sembrano elidere le precedenti e introdurre nuove spiegazioni, fra poliziesche e metafisiche, finché sempre più appare chiaro che in questa «tremenda storia di assassini, di visionari e di complici» il delitto da chiarire non è quello di una certa notte in una casa vicino a Prato, ma quell’incessante e incombente «sgarbo agli dèi» da cui ogni altro delitto discende, quel «peccato molto comune agli uomini, ma il più grave di tutti i peccati: il disconoscimento dello Spirito del mondo».