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Autografi

COLAUTTI Arturo –

Testo autografo firmato: «Anche il mare della donna è un albo: ogni amante ci scrive qualche cosa: l’ultimo solo ha ragione».

70,00 €

COLONNESE Studio Bibliografico di Vladimiro Colonnese

(Napoli, Italia)

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Dettagli

Autore
COLAUTTI Arturo –
Soggetto
Arturo Colautti, Autografi, Irredentismo

Descrizione

Pensiero estemporaneo su frammento di pagina (mm 222×138) di “liber amicorum”, manoscritto a inchiostro marrone. Tre righi oltre la firma. Raro. Arturo Colautti [Zara 1851 – Roma 1914]. Celebre giornalista, scrittore e librettista. Trascorse l’adolescenza nella città natale, dove si diplomò per poi svolgere il servizio di leva nell’esercito austro-ungarico.<BR>Colautti si interessò molto precocemente al giornalismo ed all’età di 17 anni fondò il giornale “Il Progresso” prima e “La Leva” poi. In quel periodo studiò alle Università di Vienna e Graz. Andò poi a Fiume a dirigere “La Bilancia”, per poi tornare nella nativa Zara a dirigere “Il Dalmata” dal 1872 al 1874. Passato a Spalato nel 1876, vi fondò la “Rivista Dalmatica di cultura e letteratura”, ma l’impresa non ebbe lunga vita. Nello stesso anno fu chiamato a dirigere “L’Avvenire”, al quale diede un’impronta nettamente irredentistica che gli causò le antipatie dei croati spalatini. In seguito all’apparizione di un articolo anti-austriaco apparso sul suo giornale, nel settembre 1880 Colautti subì un’aggressione da parte di un gruppo di soldati che lo rese infermo per qualche mese. Poco dopo, in seguito anche a minacce di querela per reati di stampa, Colautti scelse la via dell’esilio e si rifugiò nel Regno d’Italia. Fondato il “Corriere del Mattino” di Napoli (1885), Colautti ne divenne il direttore e vi rimase per quindici anni, quando passò alla direzione del “Corriere di Napoli”. Nel lungo periodo partenopeo scrisse centinaia di articoli, ma anche poesie, romanzi e opere teatrali con una discreta fama; alcuni suoi libretti operistici furono musicati (Adriana Lecouvreur, di Cilea, Fedora, di Giordano e Doña Flor, di van Westerhout). Amico di Giosuè Carducci, Alfredo Oriani e Gabriele D’Annunzio, fu scrittore aggressivo e polemista veemente. Provò intensa passione per Annie Vivanti, per la quale scrisse una composizione in sette sonetti dal titolo Annie, pubblicata sulla Cronaca Partenopea, e sostenne un duello con Matteo Renato Imbriani. Con lo pseudonimo di “Fram”, Colautti fu anche critico militare del Corriere della Sera nel corso della guerra russo-giapponese (1904). Per tutta la durata dell’esilio Colautti mantenne stretti contatti con gli irredentisti dalmati e partecipò attivamente a varie manifestazioni e congressi nazionalistici. Allo scoppio della prima guerra mondiale fu tra gli interventisti, ma morì alcuni mesi prima dell’intervento italiano nel conflitto. <BR>Per questioni di ordine pubblico non ebbe onoranze pubbliche; la sua salma fu tumulata nel corso di una cerimonia privata al cimitero del Verano.
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